ECNEPHIAS: INFERNO
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02/01/2012Opera nuova per i lucani Ecnephias, recentemente accasati con la Scarlet Records, e come loro abitudine ad ogni nuovo album esplorano nuovi sentieri. Dopo l'immancabile intro pianistica, "A Satana" ci proietta subito nei meandri del nuovo sound dei lucani: innanzitutto una produzione di ottimo livello, limpida, precisa, senza una singola frequenza fuori posto. In particolare ci è piaciuto il suono delle tastiere e il fatto di poter cogliere alla perfezione ogni singolo strumento, cosa non proprio scontata con certe produzioni incasinate dei giorni nostri. Dicevamo "Satana". Si sente subito una certa influenza heavy ottantiana, in particolare qualche eco Death SS, ma per il resto regnano le atmosfere gothic rette da arrangiamenti semplici e delicati, con tastiere dal gusto oscuro e inquietante. Ritornello molto catchy, solistica ottantiana, arrangiamenti semplici e solenni, linee vocali gravi e intense a là Peter Steele, senz'altro uno dei brani migliori. Nel corso dell'ascolto è impossibile non pensare a 'Sanctus Diavolos' dei Rotting Christ, ed i primi Septic Flesh, ma gli Ecnephias ci mettono molto di loro, costruiscono orchestrazioni evocative, infarciscono di bellezza gotica i riff ("Buried In The Dark Abyss"), e accarezzano l'ascoltatore con malinconie acustiche ("Voice Of Dead Soul") e intensi momenti pianistici ("Lamia"), sottolineati dalla voce profonda e particolare di Mancan. La teatralità, l'oscura magniloquenza che permea ogni nota di 'Inferno' ne fanno un piccolo gioiello dell'oscurità, più adatto a solitarie contemplazioni che all'headbanging.
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