DREAM EVIL: UNITED
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13/11/2006Una volta chiuso il capitolo del famigerato "libro dell’Heavy Metal" per i Dream Evil è tempo di tirare le somme e di mettersi di nuovo in gioco. Questa volta però con un prodotto un pò più "serio" e dai contenuti che vadano un oltre al pitturarsi d’argento, con martelloni e corazze al seguito, gridando "guardateci siamo fighi, facciamo Heavy Metal". Una volta rientrato l’allarme per la voce di Niklas Isfeldt, fermo quasi un anno per problemi di salute, e separatosi dall’esuberante batterista Snowy Shaw per motivi non meglio noti (personalmente lo trovo molto valido ma credo che la sua stravaganza lo stia logorando), la band trova in Pat Power un valido sostituto dietro alle pelli ed è finalmente tempo di presentarci il nuovo album "United". Un lavoro nel quale ritroviamo le sonorità classiche dei Dream Evil che avevano fatto famoso "Evilized": un Power/Heavy di stampo classico che va diritto al punto, senza tanti fronzoli. L'attitudine per le lodi al Metal, molto eighties, non è andata perduta e la band ne da subito prova con l’infuocata "Fire! Battle! In Metal!", brano tirato e molto più gradevole di quanto il titolo ne suggerisca guarnita dallo "screaming" della chitarra di Mark Black, attivo nella band dal 2004 ma al suo primo lavoro in studio. Il combo capitanato dall’ascia di Nordström sfodera brani di qualità come l’anthem della titletrack "United" fino a pezzi più speed come "Blind Evil" e "Falling" ad altri più aggressivi come "Evilution" e "Doomlord" riservandoci un disco che si dimostra l'ideale per liberare un pò di energia in eccesso. C'è spazio anche per una ballad romantica come "Love Is Blind" tutta per le qualità di Niklas, abile nel districarsi con successo tra tutte le diverse linee vocali dimostrandosi ampiamente ripreso dal proprio malore. Merita una nota di merito l’autocelebrativa "Higher On Fire", più per il testo che per altro, e la curiosa bonus track "My Number One", cover del pezzo vincitrice dell'Eurovision Song Contest 2005 di Melena Paparizou che con l’alternanza tra le melodie vocali e fraseggi di chitarra decisamente heavy si dimostra estremamente divertente. "United" si è dimostrato l'album del riscatto nei confronti di un "The Book Of Heavy Metal" che aveva ben poco da dire. Un lavoro che testimonia che i Dream Evil ci sono e che ci sanno ancora fare, mentre aspettiamo ansiosi il salto di qualità che conta. Transitorio.
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