DRACONIAN: Under A Godless Veil
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07/12/2020Attivi fin dal 1994, il che li rende contemporanei di acts come i Theatre Of Tragedy per citare un'altra band rappresentante del subgenere "la bella e la bestia", questi svedesi hanno trascorso quasi dieci anni prima di pubblicare il primo album. Da allora, giunti ormai al settimo full-lenght, si sono costruiti una solida reputazione, priva di cadute di stile. La traccia iniziale, "Sorrow Of Sofia", già esemplifica magnificamente quella che è la proposta della band: un gothic doom/death atmosferico e melodico, dominato dalla soave voce della sudafricana Heike Langhans, al secondo lavoro con i Draconian, a cui si alterna dietro al microfono Anders Jacobsson con le sue terrificanti growls death, invero assai reminiscenti proprio di quelle di Raymond Rohonyi agli esordi dei già citati Theatre Of Tragedy. "The Sacrificial Flame" esula un poco da questo quadro sonoro, con il suo lento e sofferente chitarrismo, che ci porta più in territori My Dying Bride che altro. "Moon Over Sabaoth" è l'altra traccia a spiccare nel contesto di questo lavoro con il suo chorus quasi epicheggiante. Per il resto non vi sono grosse sorprese: i Draconian padroneggiano la propria materia con esperta e consumata classe, la ricetta è collaudata e di successo. Nella conclusiva "Ascend Into Darkness", quasi 10 minuti in chiusura di più di un'ora di brutale malinconia, non ci fanno mancare neanche un tremolo del genere black atmosferico, a dimostrare come i nostri hanno nelle loro corde tutto il repertorio metal-depressivo. Un altro centro per i death/doomster svedesi.
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