DIRGE: Lost Empyrean
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12/03/2019A distanza di quattro anni dal precedente disco in studio ritroviamo i francesi Dirge. Sound etereo ed allo stesso tempo monolitico, Lost Empyrean riesce nell’impresa di far convivere l’estasi dell’anima con la concretezza di una mano conficcata nella terra, sludge che sublima in atmosfere alternative e che non regala quella sensazione di sprofondare tipica del filone. E’ chiaro come la band abbia intrapreso ormai un collaudato e personale cammino, riconoscibilità che non possiamo che tributare agli artisti. Spazio infinito in cui giriamo su noi stessi, in cui ruotando ammiriamo da punti di vista differenti un cielo che altro non è che un messaggio leggibile in tanti modi diversi. Sensibilità differenti, esperienze e principi che permettono di cogliere messaggi diversificati, sound che abbraccia emozioni solo apparentemente lontane, legate le une alle altre da un cammino che resta univoco, in cui ci voltiamo a guardare orme ed ostacoli e in cui vediamo rarefatta una meta. I Dirge dipingono con maestria una tela dapprima inespressiva, prendendoci per mano e attraversando universi e spazi sconosciuti. Il peso della mestizia resta alle spalle, fangosi intenti sludge che diventano ragione in più per godere della freschezza eterea delle suite strumentali e alternative. Lavoro tecnicamente impeccabile Lost Empyrean è egregiamente reso a livello di produzione, cura nei particolari che lascia senza fiato. L’anima doom death aleggia nei brani, full-length che riesce ad emozionare, senza però rivoluzionare nulla. Manca quel lampo personale che renda il disco davvero unico, risultato visto in altri lavori passati,decisamente più psichedelici, ma che oggi non si assapora a pieno. Peccato ovviamente venale, che non ci permette di parlare di eccellenza, ma che non riesce ad oscurare un’opera di tal portata. I Dirge si confermano a livelli altissimi, diventando certezza del panorama estremo.
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