GORGOROTH: AD MAJOREM SATHANAS GLORIAM
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11/08/2006Con questo nuovo album i violentissimi Gorgoroth confermano quanto di buono era stato realizzato in occasione dei due precedenti albums in fatto di (piccolissima) sperimentazione ed innovazione sonora in un genere che altrimenti era rimasto praticamente inalterato. Mettiamo subito le cose in chiaro: i Gorgoroth sono sempre i Gorgoroth, quindi niente elettronica o simili, ma solamente BM aggressivo e glaciale sul classico stile norvegese, ma questa volta con qualcosina di più. Questo quid in più è un uso intelligente di varie altre soluzioni sonore spra il sustrato classico del BM e si può trattare di parti rallentate, quasi "doom" (come in "Sign Of An Open Eye") che sono state da sempre una peculiarità del gruppo fin dall'album 'Under The Sign Of Hell' del 1997 oppure influenze dal death metal (come in "Untamed Forces" una vera death metal song) oltre ad una maggiore attenzione in fase di songwriting, principalmente per evitare di scadere nel cliché tipico dei cultori più oltranzisti di questo genere, ossia quello di scrivere canzoni tutte uguali fra loro. E' vero che i tempi medi delle canzoni sono in parte rallentati rispetto agli esordi e che quindi non troveremo più solamente blast beats ad libitum, ma l'atmosfera e la qualità delle singole songs rimane comunque su alti livelli, come testimoniano "White Seed" o "Wound Upon Wound" che fra l'altro parte con un riff molto amato dal gruppo... Inoltre è bene ricordare che alla batteria troviamo Frost dei Satyricon che con tutta la sua tecnica e ferocia dà alle otto tracce una marcia in più, ce ne fosse stato bisogno. Liricamente invece il discorso anti-cristiano e satanista trova sempe terreno fertile e quindi non è raro leggere blasfemie degne del più goliardico dei cantori medievali in preda a ubriachezza molesta. Sicuramente un buon prodotto che sebbene non faccia gridare al miracolo, offre una mezz'ora di musica intressante, aggressiva e glaciale.
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