DEFLESHED: ROYAL STRAIGHT FLESH
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24/02/2003Thrash ‘til death! Mi è bastato ascoltare i primi secondi di “Royal Straight Flesh”, nuova fatica degli svedesi Defleshed, per gasarmi e urlare all’inverosimile la frase con la quale ho aperto la presente recensione… signori, tanto di cappello a queste tre macchine umane d’assalto. Volete sapere che tipo di disco è questo? Ecco immaginate gli Exodus, gli Slayer e i Testament che suonano insieme in fonderia raddoppiando la velocità di esecuzione. Puro thrash, tecnico, accattivante, compatto, ancora più ciaciarone ma al tempo stesso composto dell’ultimo ,splendido, disco dei Malevolent Creation, “Royal Straight Flesh” è un razzo terra terra che non intende fare prigionieri nella sua mezz’ora scarsa di durata; undici brani, undici proiettili che vi marchieranno a fuoco i timpani e che vi schioderanno la testa dal collo; se già il precedente “Fast Forward” era un passo avanti notevole, qui i nostri hanno deciso a quanto pare di giocarsi tutto. Potrei ripetervi le caratteristiche di questo album, riff pazzeschi e inumani, voce strappa polmoni, e batteria a mille. Batteria abbiamo detto; non so quanti sapranno che il drummer dei Defleshed è quel ragazzo mingherlino che ha registrato le parti di batteria nell’ultimo Dark Funeral, “Diabolis Interium”, quel Mathias “Matte” Modin che probabilmente dorme con le bacchette in mano, a sentire la precisione e la potenza con le quali martoria il drum kit; impressionante, semplicemente impressionante, non ho parole per descrivere un lavoro immenso come questo, in campo estremo è sicuramente la nuova misura insieme al più recente “One Kill Wonder” (che incarna però il lato più melodico e ragionato dell’ondata thrash svedese) dei The Haunted. “Hand Over Fist”, “Fire In The Soul”, “Friction”, “Pick Your Poison”, la title-track, ma se continuassi sarebbe solo uno sterile elenco. I Defleshed ci hanno consegnato il loro capolavoro, che spero riuscirete ad apprezzare, non farlo sarebbe un peccato, e non sapreste cosa vi state perdendo…
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