DARK QUARTERER: SYMBOLS
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17/07/2008In trentaquattro anni di carriera, i Dark Quarterer hanno pubblicato solamente cinque album. Il motivo è che si tratta di una band che ha attraversato controversie infinite, sia per quanto riguarda la formazione sia per quanto è dipeso dalle labels; eppure, alla lunga, la discografia dei toscani è una di quelle rare perle che, ad un'occhiata retrospettiva, non deludono mai, non presentando alcun segno di immaturità nè passi falsi. 'Symbols' è la quinta pietra miliare che i nostri piantano nella storia, frutto di un lavoro compositivo che pesca tanto dalle origini del Prog settantiano quanto dal primo Epic, immettendovi quale carburante speciale una buona dose di sonorità moderne. Un viaggio introspettivo nell'animo umano e nell'universalità di temi quali il bene ed il male, la luce e l'oscurità, attraverso i ritratti di sei personaggi storici: Tutankhamon, Giulio Cesare, Kunta Kinte, Giovanna D’Arco, Gen Gis Khan e Jeronimo. Il tutto attraverso composizioni grandiose, melodie dirette che restano incise a fuoco nella mente ma innalzate su architetture di una complessità impressionante: i sei pezzi che compongono questo nuovo disco rappresentano appieno la classe immensa di una band che ha saputo scrivere la storia del Metal e che ancora ha da dire la sua, con convinzione e passione, con uno stile inequivocabile che rapisce ed emoziona. 'Symbols' non è un semplice ascolto, è una colonna sonora, un percorso, una strada che si snoda attraverso paesaggi sconfinati che mozzano il fiato. E' uno di quei dischi che, se presi alla leggera, possono sembrare anche molto meno validi di quanto non siano in realtà; è solo ad un ascolto attento infatti che, al di sotto (o al di sopra) delle pure melodie, si apre un intero mondo tutto da esplorare. Ed in cui perdersi.
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