DANKO JONES: A Rock Supreme
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17/05/2019Ci sono band che ci fanno sognare per la loro capacità compositiva, altre che sentiamo “nostre” per le loro sonorità, altre ancora che nascono per farci divertire. Danko Jones cade in questa ultima categoria. O meglio, cadrebbe. Il nuovo album del trio canadese, 'A Rock Supreme' (AFM Records) nulla toglie e nulla aggiunge alla storia del gruppo. Viscerale, sicuramente sì. Del resto, è un po’ il marchio di fabbrica che caratterizza DJ e soci da sempre; questa è gente che si diverte a suonare, non pretende di stupire, solo di far trascorrere una quarantina di minuti in allegria. A mio parere, però, in questa circostanza si può solo tenere come sottofondo, un po’ come quelle radio che non passano musica brutta ma neppure ti fanno venire voglia di alzare il volume. La partenza non è malaccio, "I’m In A Band" è una palese manifestazione d’amore per il proprio mestiere ed è, in fin dei conti, una delle poche tracce in cui si riesca a trovare un po’ di dinamica. "I Love Love" paga un tributo agli AC-DC di Bon Scott, "We’re Crazy" ai Kiss. "Dance, Dance, Dance", che ha un tiro iniziale niente male, purtroppo va a cadere (e scadere) su un ritornello che, forse, voleva essere ruffiano nelle intenzioni ma finisce per diventare soltanto irritante. Immaginate Diamond Dave ubriaco che canta in loop la sigla di Candy Candy, per capirsi. Bisogna andare ben oltre la metà del lavoro per rialzare un pochino la media: "Fists Up High" e "You Got Today", se non altro, hanno il merito di rimanere impresse nella memoria per più di 10 minuti. Graziosa la copertina, a cura di Ulf Lundén, produzione di Garth Richardson ottima, forse fin troppo; probabilmente lasciare il suono un pochino più “grezzo” avrebbe lasciato ai brani la loro naturale muscolarità che, a mio avviso, qui suona un pochino artificiosa. Un album sicuramente non sgradevole, ma ammettiamolo, l’unica cosa ad essere Supreme è il titolo. Il suo utilizzo ideale? Accompagnare una sbornia di birra sulla spiaggia. Del resto, non sarebbe onesto chiedere loro di più.
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