Gwar: Battle Maximus
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13/11/2013Quando si parla di Gwar, tutti sembrano diventare intellettualoidi e con la puzza sotto il naso. Come se fossero più pagliacci di gente col facepainting cadaverico e col "worship satan" fisso nel cervello. L'intrattenimento è universale, la band americana lo fa in modo sempre sguaiato, divertente, che ha necessariamente qualche neo, ma che nessuno può dimenticare. Prese di posizione nette, o si amano o si odiano. Lo stile è un thrash che spesso e volentieri si camuffa da trash, con i costumi di scena eccessivi che conosciamo. La perdita del chitarrista Cory Smoot è colmata da un ascia dei Cannabis Corpse, le bordate caciarone magari non saranno più quelle di 'America Must Be Destroyed', ma dopo quasi trent'anni di fantascienza e pionierismo concettuale (andate a indagare sui testi) ci può stare. Sono americani, i Gwar, si sente e siamo travolti dalla loro mancanza di contegno, perché le tastierine ufo in "They Swallowed The Sun" ci volevano, e se non vi piacciono sono fatti vostri, perché loro continuano a suonare e a scippare riffoni da tutto il catalogo della Bay Area per altri cinquant'anni. Poi ti lasciano col crossover incompiuto di "Falling", la maestosa "Fly Now" e la strumentale titletrack. Come valutarle? Sono semplicemente un cartellone pubblicitario al neon, squallido di certo, su cui c'è scritto che fermarsi all'apparenza è da babbuini e qualche canzone di un certo spessore la sanno scrivere pure loro.
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