CIRCUS MAXIMUS: NINE
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12/06/2012L'essenza dei Circus Maximus e di questo 'Nine' risiedono nella rinuncia ad intraprendere una strada definitiva sul piano stilistico: prog metal lineare che non sa, o non riesce ad osare, e metal melodico che prende in prestito l'orecchiabilità dell'AOR più strutturato. Equilibrio raggiunto senza mai prendersi un rischio, mai un arrangiamento esaltante - perlopiù elementari - mai un passaggio strumentale che lascia il segno, non un brano che trascina il disco per la sua forza espressiva e/o esecutiva. Quindi idee al minimo sindacale e lavoro che prova ad emergere grazie al potere persuasivo delle sue melodie, scontate per quanto a volte vincenti. Alla fine 'Nine' risulta il classico disco piacevole, ma di cui dopo due ascolti ne dimentichi l'esistenza. Qua e là avvertiamo un alone di modernità nel riffing, ma davvero poca cosa rispetto a quanto già detto e stradetto da molte altre band ed altrettanti dischi. A non far decollare 'Nine' c'è anche la prestazione anonima di Michael Eriksen: potenzialità sfruttate poco per una prestazione che necessitava di essere ben altra cosa, magari più cazzuta e decisa. Resta l'eleganza di fondo dei brani, il mixing all'altezza e nulla più, e per una band assente dalle scene da cinque anni ci si aspettava ben altro rientro. La chiusura con "Last Goodbye", lungo brano che evidenzia come i Circus Maximus sanno anche essere epici e coinviolgenti, nonchè convincenti, accresce il senso di disagio che abbiamo avvertito durante l'ascolto in quanto la band continua a mostrare di avere tanto pane, ma non ha tutti i proverbiali denti per mangiarlo.
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