CANNIBAL CORPSE: TOMB OF THE MUTILATED
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06/04/2010Gli squartatori perdono il pelo (insanguinato) ma non il vizio. Ed è un bene che sia così, perché è bello avere degli inossidabili punti di riferimento in tempi di totale imbastardimento commerciale dei generi più estremi, insomma, i tempi attuali. Non come i primi anni Novanta, quando nessuna band sbagliò un colpo. In realtà 'Tomb Of The Mutilated' è solamente il terzo album dei Cannibal Corpse, che fin da tempi non sospetti hanno deciso di votarsi totalmente alla seria attitudine devastatrice, in barba a tutto e tutti, facendone un trademark d'acciaio. Tra censori bigotti e moralisti che non vogliono sangue finto su pellicole e copertine (ma ben propensi a versarlo quando qualcuno non ne condivide le opinioni) i Cannibal Corpse hanno tirato dritti per la propria strada, rispondendo in maniera sempre più provocatoria al PRMC e al sanfedista di turno che cercava di boicottarli. Con testi sempre più deviati e disgustosi (tra necropedofilia, serial killer collezionisti e splatterate varie ce n'è davvero per tutti i gusti), un artwork davvero geniale nella sua grevitas e censuratissimo quasi ovunque (evidentemente due cadaveri che fanno cunnilinguus sono troppo per i censori, magari se avessero messo i corpi in una classica posizione del missionario e specificato che il fine era la procreazione di un cadaverino..., ndr) i nostri hanno confezionato quello che è, a dire di molti, il miglior album della carriera. Su questo non siamo molto d'accordo, ma è indubbio che 'Tomb Of The Mutilated' ci mette di fronte a una band in piena forma, con una ritrovata creatività e una produzione finalmente azzeccata, che sottolinea l'efferatezza dei brani, stavolta a livelli quasi patologici. Basta dire che le prime due tracce sono le celeberrime "Hammer Smashed Face" e "I Cum Blood", brani che non mancano mai nelle performance live dei floridiani. Le linee vocali (se di vocalità si può parlare) sono un qualcosa di disumano, totalmente inintelligibili e gutturali, con un Chris Barnes al massimo della forma, anche se questa buona performance sarà una delle ultime con i Cannibal Corpse. Il lavoro ai riff ha raggiunto livelli tecnici elevati, il basso massacra le ritmiche con le sue linee furenti, i tempi sono nervosi e cangianti, sottolineati da un drumming furioso, che raggiunge l'apice in "Necropedophile", brano che contiene, tra l'altro, un sample audio che vi sconsigliamo caldamente di tradurre, se trovate il titolo già disgustoso in sé. 'Tomb Of The Mutilated' è un vero assalto sonoro, una dimostrazione di forza da parte di una band dedita al Death più (in)puro e feroce, che ha fatto di questa inossidabile coerenza la raison d'etre. Un album immancabile nella collezione di un Deathster degno di questo nome, un capitolo fondamentale della discografia dei Cannibal Corpse. P.S. Esiste una versione del 2002 con "I Cum Blood" dal vivo cantata da George Fisher. Esiste inoltre una versione giapponese con due cover bonus track.
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