CALENDULA: Aftermaths
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02/06/2012Ad un anno dall'uscita dell'omonimo EP tornano anche i Calendula: la prima cosa che ci colpisce di questo 'Aftermaths' è innanzitutto la cura maniacale con cui è stato scelto di essere presentato. Come in precedenza ci troviamo dinanzi un item da collezione, sia nella sua versione standard, sia nella edizione limitata, con grafica a cura di uno straordinario James Kalenda. Il disco è protetto da una serie di layout disegnati per l'occasione da quest'ultimo, e ognuno di essi accompagna le liriche velenose della band. E della musica? Che dire di questo postcore così slavato, malato, ma neanche troppo: apocalittico questo si, ma anche ancora sin troppo immaturo. Insomma, il quartetto ha confezionato un full-lenght coi fiocchi, le schegge di breve durata sono sempre presenti. Una è una sberla totale alla nostra penisola, l'altra è una nuova versione di "Heat The Deep", brano quindi non inedito, che qui potrete ascoltare con il suono di questo disco, molto più oscuro sicuramente. Nella pagina facebook i Calendula ci continuavano a promettere un'uscita speciale, qualcosa di particolare innanzitutto per loro, ed infatti ciò che loro intendevano fare speriamo rifletta questo sperimentare ed esplorare senza sosta in un genere musicale già di per sé speciale. L'incedere della misteriosa titletrack, scandita dal ritmo della batteria che chiude il brano, è quasi l'anima, il cuore del disco. Ritmi forsennati e a volte molto dissonanti, ripetuti fino a ficcarsi nella carne: e ci piace così.
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