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END OF A SEASON: End Of A Season

data

12/09/2013
83


Genere: Post Hardcore
Etichetta: Propagani Records
Distro:
Anno: 2013

Non avevamo dubbi che anche quest'anno ci saremmo divertiti parecchio in quanto a sonorità estreme qui in Italia. Parlano di scena inesistente e di disagi, ma qui l'unicio disagio con cui abbiamo avuto a che fare è stato quello targato End Of A Season. Per una buona mezz'ora siamo stati vittime di un'attacco senza pietà da parte di questo quartetto emiliano, consci sicuramente del fatto di aver realizzato un debutto spaventoso. Ci siamo fatti le ossa con Ornaments, Hierophant, Grime, poi ce le siamo spezzate con Hungry Like Rakovitz, Rejekts e tanti altri ancora. Abbiamo rischiato di rimanerci secchi. Ora però tregua? Bandiera bianca? Non proprio. Raccogliamo i cocci, spazziamo via ciò che ne rimane con un LP devastante che porta in grembo le lezioni degli onnipresenti Breach e Converge, così come sprazzi di death metal e grindcore a là Napalm Death (gli ultimi per intenderci). Ed i Concrete romani? Ve li ricordate? Anche loro. Sembra abbiano raccolto per una buona parte il testimone di questa grande band, cosa poi chiara a nostro avviso in quei momenti in cui i riff di Valentino prima partono all'impazzata per dilaniarci senza pietà, poi si fermano come per raccogliere ancora potenza, ed esplodere ancora in un groviglio di riff bestiali (la lunga e sofferta "Loro Sorridono" esprime bene questo concetto). A mettere le cose in chiaro ci pensa anche Marcella al microfono. E' ciò che veramente risalta di più, non per la solita stupida questione de "la cantante donna", ma perché in questo disco vi aprirà veramente il culo. Ora dovrebbe essere tutto chiaro. Cosa dire di lei? Urla. Vomita contro testi brevi, ma intensi: a volte carichi anche di un'introspezione semplice, ma singolare, ed è questo elemento che rende ancora più malvagi i brani. Con molta probabilità la sua performance risulterà essere la più intensa di questo 2013, insieme quella dei bolognesi Marnero. Momenti di puro panico con "Miraggio", dall'attacco molto virulento a 2:14 che trascina con sé a botte il fantasma dei Converge. Più vigoroso e denso il marasma sonico de "L'Altalena" dalla coda nervosa e minacciosa: per chi scrive il brano migliore tra gli otto. Nel complesso è un disco da avere, suonato alla grande, con un batterista che man mano sfodera colpi sempre più poderosi sia quando abbiamo a che fare con gli episodi più brevi ("Resta" entra nelle viscere, senza dir nulla a nessuno e non uscirà mai più), sia con quelli che si prendono tutto il tempo per poter esprimere la propria rabbia: As Me, A Child lo fa con continui sussulti/esplosioni, "Approdo" trascina lentamente con una follia più ragionata ciò che resta di questa corsa contro il tempo. Poche forze rimaste definiscono l'eco di distorsioni negli ultimi minuti, diluite e ripetute fino allo sfinimento.

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