BURNING POINT: BURNED DOWN THE ENEMY
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03/02/2007Dalla fredda Finlandia arrivano i Burning Point, quintetto di "classicisti sperimentatori" giunto al terzo disco. Classicisti in quanto nella loro musica si leggono chiaramente le influenze dei grandi maestri, Malmsteen in primis, ma anche Accept, Judas Priest, Black Sabbath; sperimentatori in quanto l'ibrido che ne risulta ha un che di nuovo, di particolare, soprattutto nell'accostamento di parti melodiche ben delineate a strutture e distorsioni degne dei Children Of Bodom. Il risultato è un disco godibilissimo, capace di appassionare e di "caricare" l'ascoltatore senza risultare pesante nè forzato. Dall'opener "Parasite" all'anthem "Heart Of Gold", dalla scatenata "To Hell And Back" all'esplosiva "Burned Down The Enemy", le undici tracce di questo disco scorrone linearmente, con il loro carico di adrenalina al seguito. Ahonen e soci fanno sfoggio di un'ottima capacità compositiva, sfornando una dopo l'altra canzoni che rispecchiano il buon vecchio spirito del metal classico: potente, aggressivo, discretamente melodico. Particolarmente degne di nota risultano le tastiere di Ontero: onnipresenti, passano con naturalezza dalla semplice atmosfera alla ritmica al fraseggio con le chitarre. La sessione ritmica, dal canto suo, si dimostra creativa ed affascinante, pur mantenendosi complessivamente lineare e quindi semplice da seguire. "Burned Down The Enemy" è stato per me una sorpresa: mi aspettavo il solito disco banale e tutt'altro che originale, ed invece mi sono trovato a dover fare nuovamente i complimenti ai signori della Metal Heaven per il buon gusto nello scegliere i cavalli della propria scuderia. Ed in questo caso, va detto, si tratta di un purosangue da battaglia.
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