BRUTART: MIMIC
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25/02/2008Il debutto degli sloveni Brutart è presentato dalla label On Parole come meglio non si potrebbe: il promo che ci viene fornito (come l’edizione messa sul mercato) è, infatti, una lussuosissima confezione relegata a mo di libro, ideale per quei collezionisti che non si accontentano più degli ormai superati digipack. A ragion veduta però l’ascolto di ‘Mimic’ non soddisfa quelle che sono le aspettative sollevate da un così sfarzoso involucro. Le undici tracce che vanno a comporre il presente lavoro si snodano attorno a coordinate riconducibili al thrashcore e, in parte, al death, e, purtroppo, riescono a scuotere l’ascoltatore solo in certi frangenti (“Delirium” è in quest’ottica una delle composizioni più coinvolgenti). La proposta del quartetto sloveno risulta in verità piuttosto confusionaria, e pur dando prova di una certa cattiveria, i nostri non riescono a svilupparla con un songwriting coinvolgente come ci si auspicherebbe: i brani risultano poco coesi, con sussulti intriganti ma isolati, che per ora non danno quella sensazione di compattezza che farebbe la differenza. ‘Mimic’ si compone di alcuni episodi che vanno sicuramente al di là della sufficienza, ma anche di passaggi a vuoto che incidono, ahinoi, sul giudizio complessivo: già l’opener “Fade” lascia un po’ a desiderare, dando l’idea di un work in progress non ancora completato al meglio. È un sensazione che pervade tutto l’album e che solo a tratti viene offuscata (si salvano in particolare “The Verge”, “Rebellion” e la già citata “Delirium”). Peccato, perché la resa sonora è buona, l’attitudine rabbiosa non manca: alla fine il difetto principale di questo debut è un songwriting non ancora maturo… il tempo ci dirà…
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