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BLACK LABEL SOCIETY: SHOT TO HELL

data

27/09/2006
70


Genere: Hard 'n' Heavy
Etichetta: Roadrunner
Anno: 2006

Continua la profilifica cavalcata compositiva del buon Zakk il quale ci presenta il settimo album dei suoi BLS. Una cavalcata che a metà corsa già dovette fare i conti con frequenti alti e bassi rispetto agli eccellenti primi dischi, e che ancora una volta, ahimè, si conferma anche con "Shot To Hell", un lavoro sempre carico del fascino "zotico" e del trademark che hanno contraddistinto la carriera di Wylde, ma non molto ispirato. I riferimenti sono quelli che hanno contribuito a renderlo famoso al di là del suo personale approccio alla chitarra. Quindi, facile riconoscere tra le tracce l'universo "ozzyano", e di riflesso quello sabbathiano, uniti alla vena southern e settantiana sia in fatto di attitudine, sia per quanto concerne la creatività. Insomma, il tipico disco in quanto a stile che verrebbe fuori dalla penna di Zakk. Ma, se così la si puo' chiamare, in "Shot To Hell" c'è una sostanziale novità, cioè un autentico abuso di ballad, cinque, maggior punto dolente del CD. Infatti, tra queste, soltanto due godono di pathos e trasportano fin dal primo ascolto, "Sick Of It All", e soprattutto "The Last Goodbye" grazie al suo afflato dolce-amaro che davvero ti scuote dentro. Le altre non raggiungono lo stesso spessore, e scivolano via senza lasciare segno. Alle ballad si alternano brani più tirati, tra i miglliori vale la pena ricordare "Black Out World", possente e dir poco ipnotico, e "Devil's Dime", hard fuorioso e selvaggio che risolleva le sorti di un disco che mediamente raggiunge la piena sufficienza, come se fosse seduto, senza mai cadere per terra, e senza mai alzarsi in piedi. In aggiunta, solo "onesto" il guitartwork di Zakk, senza un assolo che si faccia ricordare. Lo si potrebbe chiamare un classico disco interlocutorio se non fosse che già il precedente "Mafia" non aveva ugualmente convinto del tutto. Io lo chiamo il classico disco difficile da recensire perchè stare nel mezzo significa prendersi su di tutto da parte dei lettori, ma soprattutto fare fatica ad inquadrare nella giusta dimensione un disco che, forse, meriterebbe di meno, o di più rispetto al voto che troverete sotto.

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