BELLAS, GEORGE: PLANETARY ALIGNMENT
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19/04/2008Per quanto ci abbia messo buona volontà ed impegno devo ammetterlo, arrivare ad ascoltare tutto d'un fiato questo 'Planetary Alignment' è stato un'impresa. Vuoi perchè il buon George Bellas ci tiene a mostrare le sue straordinarie qualità di chitarrista, e ci tiene davvero tanto. Vuoi perchè purtroppo l'artista statunitense s'imbarca nel voler realizzare un album interamente strumentale dal sapore impegnato ed espressivo ma senza riuscire a trasmettere all'ascoltatore alcun che. Viene in parte accantonata la vena neoclassica a là Malmsteen per fare spazio a sonorità simil-Progressive infarcite di un enormità di cambi di tempo nei quali, in alcun casi, ho come avuto l'impressione che a Bellas non importasse granchè dell'operato del suo unico compagno d'avventura, il batterista Marco Minnemann, andando per fatti suoi lungo la sua strada. Cambi di tempo e tanto, tanto, tanto, tanto shred. Ma così tanto che se si passa da un frangente di canzone all'altro senza imbattersi in uno dei momenti simil impegnati, che cercano di dare un pò di sostanza a fronte di cotanta tecnica, non si avvertirà alcuna differenza. Proviamo allora a non considerare questo sciame di solismi e tentiamo invece di considerare il lato più espressivo di questo nuovo album. La sensazione più forte che ho provato è, purtroppo, quella di trovarmi di fronte alla colonna sonora di uno di quei vecchi videogiochi anni '80 ambientati nello spazio che, se non siete proprio dei super fanatici del Neo Geo e compagnia bella, non regala grandi emozioni. Bellas ci prova ancora una volta, dimostrando di essere un esecutore eccezionale e di possedere una conoscenza tecnica veramente elevata. Però a fronte di questo c'è una scoraggiante sensazione di vuoto che rende impalpabile questo 'Planetary Alignment' e che lo rende prolisso ed eccessivamente ripetitivo. Ci si poteva aspettare un pò di più, vero?
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