BAD HABIT: HEAR-SAY
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19/12/2005Attendevo con particolare interesse il nuovo album degli scandinavi Bad Habit, una band che all'interno della propria carriera ha saputo rilasciare una manciata di album di ottima fattura, contraddistinti da un sound impreziosito, nelle proprie tinte prettamente debitrici ad un classico rock melodico, da alcuni inserti tipici dell'AOR tecnologico. In "Hear-Say", questo il titolo scelto per il nuovo lavoro, tale lato è stato potentemente enfatizzato a favore di un sound dalle marcate influenze hi-tech, alternato comunque a tracce in cui rimane evidenziato in prima linea il classico stile della band. Ora, e lo dico sinceramente, non ho la minima idea di quali saranno le reazioni dei vecchi fans del gruppo di fronte ad una scelta artistica di questo tipo, ma sta comunque di fatto che il cd non suona affatto mal amalgamato o via dicendo, se non per un paio di episodi la cui produzione eccessivamente "heavy" tende leggermente a spiazzare visto il contesto in cui sono inseriti. Tra i maggiori punti di forza del disco vanno invece sottolineati un meticoloso lavoro di arrangiamento dei pezzi ed un songwriting che sa catturare per alcune particolari linee melodiche, cosa questa che non hai mai latitato nel corso della carriera dei rockers europei. Le performance esecutive dei vari elementi della line-up sono come sempre incisive e ricche di spunti di primo piano, incluse ovviamente le parti vocali del singer Bax Fehling, una vera e propria garanzia nel guidare con la propria carismatica cadenza un gruppo dalle grandi potenzialità. Traendo le conclusioni del caso mi sento comunque di promuovere questa nuova uscita in studio dei Bad Habit, una band che, nel tentativo di aggiornare ulteriormente la propria proposta, ha forse calcato eccessivamente il polso verso un'eccessiva modernizzazione del suono, cosa che in alcune tracce ha finito per snaturare il vero background musicale di appartenenza dei Bad Habit. Ciò nonostante vi consiglio di non fermarvi biecamente di fronte a tali tralasciabili aspetti, i quali, nella loro non azzeccatissima presenza, sono comunque stati affiancati dai tanti momenti tipici della musica degli acts svedesi. Un po' sconnesso, ma con alcune punte qualitative assolutamente degne di nota.
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