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ATHEIST: PIECE OF TIME

data

21/07/2007
80


Genere: Death Metal
Etichetta: Active
Anno: 1989

“Piece Of Time” è l’album di debutto di una delle più sorprendenti formazioni death metal vissute a cavallo tra gli anni ottanta e i novanta. Registrato nel 1988, il presente lavoro è stato distribuito solo dall’anno successivo, grazie alla prontezza della Metal Blade, che ha creduto in un progetto che sembrava destinato purtroppo, per svariati motivi, ad arenarsi senza sbocchi. Invece, eccoci qui dopo quasi vent’anni a parlare di “Piece Of Time” e delle sue nove tracce che si sviluppano attorno ad un death metal articolato e coinvolgente, e che si lanciano andare ad alcune soluzioni innovative senza precedenti, che hanno fatto della band floridiana una sorta di oggetto di culto. E c’è da dire, a onor del vero, che il presente è il lavoro meno sperimentale degli Atheist, quello più ancorato alla tradizione estrema del death americano, perché è infatti col successivo “Unquestionable Presence” e soprattutto con “Elements” che Kelly Shaefer e soci riusciranno a sprigionare tutta la loro creatività unendo in un vincolo indissolubile death metal e jazz. “Piece Of Time” riprende buona parte del demo “Beyond”, che all’epoca destò, a ragione, molto scalpore: la stessa “Beyond”, “No Truth” e “On They Slay” sono hit immortali, votate ad un death metal primordiale senza compromessi, alla maniera di Obituary, primi Death e compagnia bella. Poi c’è la title track, posta in apertura, che dopo una breve introduzione riesce a scatenare un vero pandemonio, prima con l’ispirato lavoro al basso di Roger Patterson, poi con cambi di tempo spietati e con l’ottimo guitar work di Shaefer e Burkey, autori di assoli da antologia. E via con gli applausi per la furia di “Why Bother?”, ma anche per la suggestiva “I deny”, un brano avanti di dieci anni rispetto agli standard della musica estrema della seconda metà degli eighties, che lascia trapelare le potenzialità espressive degli Atheist. Questo è in sintesi “Piece Of Time”, debutto sensazionale di un gruppo che in tre dischi ha saputo stravolgere il concetto di metal estremo.

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