AT VANCE: VII
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21/07/2007Nuovo album per i tormentati At Vance di Olaf Lenk, il combo tedesco deve infatti far fronte agli ennesimi cambi di line-up che attualmente lo privano ancora di alcuni membri in pianta stabile. Il terzo cambio di posto dietro al microfono è la conferma di quanto detto, tocca ora al semi-sconosciuto Rick Altzi prendere il posto di Mats Leven (Therion, ex-Yngwie Malmesteen) che, con i due precedenti album, non ha fatto dimenticare l’operato dell’Oliver Hartmann dei primi album, passato ora ad occuparsi della propria carriera solista. Nonostante ciò questo “VII”, neanche a dirlo, è il settimo prodotto in studio della band in soli nove anni, una media impressionante degna di formazioni più consolidate e il risultato conclusivo supera ogni aspettativa, scalciando via i mostri che la release del precedente “Chained” si era portata dietro. Un sound prettamente “in-your-face” che punta tutto sulle curate melodie dei ritornelli che ci mostrano il timbro caldo e potente di Rick Altzi, abile ed adeguato nel ricoprire il suo ruolo all’interno della band. Le super-catchy “Shiver” e “Cold As Ice” ne sono dimostrazione e lasciano il compito di abusare sui pedali della doppia cassa a pezzi come “Golden Leaves”, la migliore del disco, e “Breaking The Night”. In chiusura troviamo una vecchia conoscenza, la bella ballad “Lost In Your Love” viene ripescata da "No Escape" ed è riproposta in una nuova versione resa ancora più sentimentale e profonda. Per la prima volta non ci troviamo di fronte al classico tributo di Olaf Lenk alla musica classica, che oramai era diventato un marchio di fabbrica dei suoi lavori in studio. Gli At Vance devono fronteggiare l’ennesimo nuovo inizio e questo “VII” sembra gettare buone basi per il futuro, questa “terza generazione” sotto il segno di Rick Altzi non porta nessuna ventata di freschezza al panorama attuale ma ci mostra un prodotto comunque valido che farà la felicità degli appassionati del genere.
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