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DELAIN: Moonbathers

data

23/09/2016
72


Genere: Symphonic Metal, Melodic Metal
Etichetta: Napalm Records
Distro: Audioglobe
Anno: 2016

I Delain hanno sempre riscosso un buon seguito di pubblico, in ambito metal e non solo, grazie a delle soluzioni musicali che col passare del tempo si sono fatte sempre più vicine ad uno stile prettamente orecchiabile, quasi radiofonico, che ha il pregio di essere facilmente assimilabile dall’ascoltatore e non cadere quindi nelle pesantezze più affini al metal che possono, alla lunga, diventare controproducenti, soprattutto per chi l’heavy metal non lo digerisce particolarmente. E quindi da qualche anno, a questa parte, la band olandese ha intrapreso un percorso che, prima con ‘We Are The Others’ e poi con ‘The Human Contradiction’, si è costruito attorno alla figura seducente della cantante Charlotte Wessels e ad un gusto musicale contraddistinto da un approccio, come dire, amichevole nei confronti dell’ascoltatore, senza comunque snaturare le origini metal della band che rimangono ben presenti ed assimilate a concetti più orientati al rock. Questo discorso continua con l’attuale ‘Moonbathers’, che è stato preceduto qualche tempo prima dall’EP ‘Lunar Prelude’, breve antipasto di quello che poi ci si aspetta dal nuovo lavoro, il quinto, sulla lunga distanza di una band che quest’anno festeggia i dieci anni di attività. I primi tre brani dell’album presentano sonorità dai ritmi sostenuti, con componenti sinfoniche, sapienti parti di rock melodico e la sicurezza della voce di Charlotte Wessels che si uniscono creando dei convincenti percorsi sonori tutti da gustare. Da notare nel brano di apertura “Hands Of Gold” la partecipazione al growl di Alissa White-Gluz, anche lei sinonimo di garanzia musicale, tra le voci estreme attualmente nel panorama. “Crysalis – The Last Breath” si presenta invece un po’ troppo sdolcinata nella prima parte, con voce di Charlotte indirizzata per lo più verso il falsetto e col pianoforte a svettare su tutti, per poi elevarsi lievemente nel suo prosieguo e tornare nel finale a crogiolarsi su atmosfere eteree. Si riprendono in mano le redini del metal con “Fire With Fire”, sorretta da un ritornello che incita alla consueta battaglia tra band e pubblico nell’incitamento della folla. Su coordinate simili al brano precedente, soprattutto per quanto riguarda i chorus battaglieri, si fionda “Pendulum”, dove di notevole impatto si rivelano le tastiere di Martijn Westerholt e ottimi riff chitarristici della new entry Merel Berchtold (già in forza, ed alla grande,con il progetto The Gentle Storm) e di Timo Somers. Il metal sdolcinato, zuccheroso e portatore sano di polvere dorata si rifà vivo in un pezzo come “Danse macabre”, con una Charlotte particolarmente a suo agio. Non è solito invece prendere atto che uno degli episodi migliori di un lavoro discografico possa essere una cover. “Scandal”, brano tratto dall’ultimo periodo dei Queen, in pratica quando Freddie Mercury stava progressivamente uscendo dalla scena pubblica per via della malattia che lo stava perseguitando, è interpretato dalla band nella maniera migliore possibile, ovvero con il Delain-sound. Seppure sembra velocizzarsi un po’ eccessivamente, va dato atto che hanno instillato una dose di personalità evidente e prorompente. Il Delain sound, soprattutto quello degli ultimi album, riaffiora ulteriormente con “Turn The Lights Out”, con il ritornello capitanato dalla voce della Wessels e dalla ritmica mai troppo sostenuta, ma comunque costante e tendente ad un metal vicino a canoni pop-rock. In conclusione, niente di particolarmente nuovo sotto il sole. I Delain sono questi e credo non ci sia verso di poterli cambiare. D’altro canto sono comunque dei Delain che piacciono, che sicuramente manterranno ampie sfere di pubblico, e probabilmente ne acquisteranno delle altre. Una band e un disco adatti a chi non pretende certe pesantezze sonore, ma predilige invece scioltezza, melodia e voglia di sognare.

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Commenti

  • Frago

    Una mezza band, che fa dischi al massimo solo "buoni", che non giustifica il successo che ha avuto e sta avendo. Misteri della fede (del symphonic metal)

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