ARTIC FLAME: DECLARATION
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29/12/2008Esistono grandi dischi, dischi in grado di fare sognare fans di più generazioni, ben suonati, dove la tecnica personale riesce ad incantare ed a stupire passaggio dopo passaggio, e studiati e strutturati tanto da dovercisi applicare per ascoltarli più e più volte prima di poterci capire qualcosa, frutto del genio di chi li ha composti. E poi ci sono dischi come questo ‘Declaration’, opera seconda degli statunitensi Artic Flame, dopo il debut ‘Primal Aggressor’ uscito un paio di anni fa, che, oggettivamente, non hanno alcuna freccia al proprio arco, anzi. Partiamo dal discorso songwriting, decisamente il più importante quando si analizza un album di classic heavy metal (ok, scusatemi se non l’ho detto prima, ma questo è il genere proposto dalla band); beh, per dirla in breve, il songwriting di questo disco è uno dei più futili ed insipidi ascoltati quest’anno, con tutte le otto tracce che compongono l’album che suonano allo stesso modo (quando inserite il cd nel lettore e, dopo un po’, vi viene il dubbio di avere il repeat inserito, qualcosa non quadra); a conti fatti tutte quante le canzoni, tutti mid-tempos, si rivelano essere delle cruiser songs nel vero senso del termine, che invece di durare il minimo indispensabile come da ruolo, sfiorano tempi da suites. Per quanto riguarda il discorso tecnica e performance strumentale, beh, non ci siamo proprio, in quanto tutta la band non fa che svolgere un semplice compito da sufficienza tirata, con il solo singer Dave Lowe, una sorta di versione afona di Rob Halford, a provarci (ma purtroppo con scarsi risultati). Non salva la baracca la buona produzione di Jack Frost. Spiacente, ma non ci siamo proprio.
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