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ALTER BRIDGE: Live at the O2 Arena + Rarities

data

09/10/2017
75


Genere: Alternative Rock
Etichetta: Napalm Records
Distro: Audioglobe
Anno: 2017

E’ ormai assodato che gli Alter Bridge siano, in questo periodo storico contemporaneo, una tra le migliori rock band nel pianeta e tra quelle in cui godono il maggior successo a livello di seguito. I loro album sono sempre stati pieni di quel rock potente e diretto che ha fatto breccia da subito, con quel marziano di Myles Kennedy alla voce che rende ogni canzone più appetitosa e che lo rende tra le voci immediatamente più riconoscibili del panorama internazionale. Ogni loro concerto è un’apoteosi di gioia e di adrenalina, prodotto di un mix di fattori creati dai musicisti sul palco aventi un’esperienza ed un background tale da non essere secondi a nessuno. Ed anche il live del 24 novembre 2016 alla O2 Arena di Londra stampato su questo disco conferma la forma impeccabile di Kennedy, Tremonti e compagni, i quali ormai sembrano andare col pilota automatico ad ogni live, talmente chiara e lampante è la loro sicurezza nel padroneggiare i loro mezzi ed affrontare il pubblico festante e che li acclama in maniera encomiabile con la giusta grinta. Il live alla O2 Arena si confeziona come un pacchetto di due dischi in cui la band della Florida assegna il dovuto spazio all’ultimo album ‘The Last Hero’ con pezzi come “The Writing Of The Wall”, “The Other Side” e “Poison In Your Veins”, oltre ai già cavalli di battaglia “Show Me Your Leader” e la bellissima “My Champion”. A fianco di questi pezzi, la band sfodera i propri mostri da combattimento che hanno fatto la loro fortuna negli album precedenti. Pezzi come “Blackbird”, “Metalingus”, “Cry Of Achilles” e “Rise Today” sono ormai degli evergreen non solo degli Alter Bridge, ma di tutto il rock contemporaneo, e la band li esegue con la massima serietà e forza, cone Mark Tremonti sempre bello incisivo con la sua chitarra, e Kennedy che spiana la sua ugola verso orizzonti lontani, e per noi assolutamente inavvicinabili. Il senso di iperspazio lo si può ben notare nella versione acustica chitarra e voce di "Watch Over You", toccante e palpabile testimonianza di ciò che Kennedy con la sua voce può fare; una versione che trasuda emozione come cascate senza fine. A volte lo stesso Kennedy sembra ostentare sin troppa sicurezza, che gli permette di toccare note e tonalità un po’ troppo fuori sintonia, e che magari a qualche orecchio può risultare stucchevole e fuori luogo. Ma ad ogni modo, dimostra in maniera maggiore le straordinarie capacità di questo fenomeno. Anche senza l’ausilio di immagini, si può facilmente notare come il pubblico dell’Arena sia assolutamente in visibilio di fronte ai loro idoli, ed ogni momento è buono per farli urlare ed accompagnare la band durante i loro ritornelli più conosciuti, come in “Ghost Of Days Gone By” e la già citata “Cry Of Achilles”, in cui Kennedy guida come un incantatore i propri fans al frastuono generale. Non solo Kennedy come si è detto, ma anche un Mark Tremonti in ottima forma anche dal punto di vista vocale: i suoi momenti in “Water Rising” sono risultati di ottima qualità e fattura, che testimonia che i suoi album da solista non sono stati fatti per caso e che dimostrano le indubbie qualità di Tremonti come musicista a 360°. Gli Alter Bridge (semmai ce ne fosse bisogno) costruiscono così un ulteriore ed importante tassello alla loro incontrastata carriera, dove praticamente non hanno mai conosciuto alcun ostacolo o punti critici di discontinuità. Una band la cui concretezza è sempre più un loro inossidabile punto di forza.

Come se non bastasse, oltre alla registrazione del live londinese, gli Alter Bridge assieme alla Napalm Records hanno deciso di dare un ulteriore regalo ai loro fans: l’inserimento di un terzo disco contenente delle rarità musicali registrate durante gli album precedenti, ed incluse solamente nelle ormai “mitiche” (inteso in senso generale, non riferito esclusivamente nei confronti della band) edizioni giapponesi, oltre a “Symphony Of Agony”, inclusa come bonus-track di ‘The Last Hero’. Sono nel complesso undici tracce che ricalcano le caratteristiche essenziali e più conosciute della band, e cioè il loro alternative rock dalla massa granitica, che alzato a tutto volume spacca le membra dell’ascoltatore, associate alle loro creazioni più dilatate, assolutamente piene di intensità. Il disco è stato costruito inserendo i pezzi di questa seconda caratteristica all’inizio, per poi gradualmente esplodere con pezzi più agguerriti come “Damage Done” e “We Don’t Care At All”. Sono tutti dei pezzi più buoni, che si arruolano in maniera degna come ottimo complemento a fianco dei pezzi più impattanti della band, e che sicuramente faranno la fortuna dei tanti fans. 

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