ALTARIA: UNHOLY
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17/09/2009Dopo il fuggi fuggi generale che ha scosso casa Altaria negli ultimi anni mi sono avvicinato a questo nuovo 'Unholy' preoccupato più che mai. L'abbandono del singer Taage Laiho dopo le registrazioni di 'The Fallen Empire' era già stato un bel campanello d'allarme, ma il successivo split con il bassista Mark Pukkila, membro fondatore assieme al batterista Tony S. e main composer della band, ha trasformato in certezze molte mie paure. Oltretutto l'arrivo del cantante italo/finlandese Marco Luponero (ora pure bassista) è stato accompagnato dalla release di due brani inediti piuttosto fiacchi, contenuti nella raccolta 'Divine Invitation'. Insomma, tutto questo non mi ha certo aiutato all'ascolto dei primi brani di questo 'Unholy', album che tra l'altro segna il passaggio all'etichetta Escape Music. L'attitudine più sfrontata e metal-oriented dei tre brani iniziali non ha fatto altro che fortificare i miei timori, dopodiché gli Altaria si gettano a perdifiato sulle floride rive dell'hard rock, infondendo alla proposta una genuina ingenuità che prima mi rassicura e poi mi fa gongolare dei contenuti di questa nuova release. Qualche take fuori posto, come la scialba horror/Lordi-oriented "The Lake", ma per il resto un lotto di ritornelli da "sing-along" da far spavento: "Pride & Desire", "Steal Your Thunder", "Wind Beneath My Wings" e "Never Wonder Why" sono tra le migliori, sorrette dal piglio più grintoso di brani come "We Own The Fire" e "Underdog". E il buon Marco Luponero si difende egregiamente, pur non avendo le corde di Taage il nostro alfiere graffia e spinge al massimo con la sua voce da "rocker consumato" che dona parecchio "sangue" all'intera proposta. Nessun capolavoro e nessun newcomer dell'anno, per fortuna. 'Unholy' è uno di quei dischi senza troppe pretese e dannatamente "easy" da ascoltare con sommo piacere in compagnia, magari in occasione di un lungo viaggio in auto. Welcome back guys!
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