ALIEN: DARK EYES
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28/10/2005Quello degli Alien era, per i tanti amanti delle sonorità AOR, uno dei come-back più attesi dell'anno, un ritorno impreziosito tra l'altro dalla reunion della formazione originale della band al completo, incluso il grande e stimato vocalist Jim Jidhead. Uno dei punti che aveva maggiormente fomentato la mia curiosità, parlando sempre in relazione all'uscita in oggetto, erano i tanti mugugni espressi nell'ambiente dei media specializzati, i quali non avevano lesinato critiche (talvolta taglienti) nei confronti di "Dark Eyes", un cd ritenuto deludente a causa dell'attitudine lontana rispetto all'ormai mitico debutto di fine anni ottanta. Per l'ennesima volta, e conscio del fatto che le mie parole saranno messe in discussione da molti, mi sento di spezzare una lancia in difesa di questa ultima prova in studio degli Alien, una testimonanza che, seppur lontana dai fasti degli inizi, ha dimostrato di possedere diversi buoni spunti al suo interno. Una cosa va subito messa in chiaro: il patinato e cristallino AOR del debut cd è stato qui bissato da un sound a metà tra tal già citato stile e una parvenza rock molto più marcata, quest'ultima forse la vera mela della discordia tra i vecchi e i nuovi fans di Borg e co., vogliosi con ogni probabilità di riascoltare una creazione improntata sulle coordinate musicali degli esordi. Contemporaneamente a ciò mi sembra anche doveroso sottolineare come la qualità generale del dischetto non sia certo di prima linea, visto e tenuto conto che siamo di fronte a undici brani che non offrono di certo nulla in grado di mettere in ginocchio la concorrenza, ma è anche vero che tutto il platter, dall'inizio alla fine, riesce a risultare godibile e senza fastidiosi intoppi, cosa che di certo non deluderà tutti gli aficionados del semplice ed emozionante rock melodico. Prima di mettere la parola fine su tale recensione mi sento quindi di consigliare almeno un ascolto a questo comunque piacevole "Dark Eyes", un cd che, seppure non raggiunga le lontane vette sonore a cui i rockers nordeuropei ci avevano abituati, sarà comunque in grado di strappare qua e là i suoi dovuti consensi, il tutto grazie alle discrete melodie in esso contenute e alla sempreverde ed accomodante voce del bravo Jim Jidhead. Un ritorno forse meno sfavillante del previsto, ma neanche da buttare via.
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