AGRO: RITUAL 6
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18/10/2006Qualcuno di voi conosce gli Agro? Giusto per sapere, visto che la bio li presenta come uno dei gruppi punta della scena metal sudafricana (!) e ormai al sesto disco, con diverse decine di migliaia di copie vendute in giro per il mondo (e pubblicano per Armageddon Music, che non è certo l’ultima arrivata). Io sinceramente no. Ad ogni modo questo “Ritual 6” è la nuova fatica, appunto la sesta, per questo quintetto proveniente dal continente nero (ma chi si aspetta un manipolo di omaccioni di colore si sbaglia) che ci propone un heavy metal di stampo moderno ma non troppo, equamente influenzato dal thrash più melodico, dal classic metal, dall’hardcore e dal nu metal. I nostri miscelano con abilità tutte le loro influenze, forgiando così talvolta pezzi furiosi ed aggressivi (come la opener “Carpe Diem”), talvolta pezzi più riflessivi che quasi sfociano nel territorio etichettato ‘ballad’. Gli Agro ci sanno sicuramente fare, sono dei professionisti e si sente, ma è anche vero che “Ritual 6” è il classico disco che una volta ascoltato e assodato che si tratta di un prodotto più che discreto, lasci lì sullo scaffale. Manca quella scintilla che potrebbe spinge la band ad essere davvero irrinunciabile, mancano quelle vibrazioni sebbene ci si trovi davanti da un album senza pecche formali di sorta. Un gran peccato; una sufficienza dunque piena per i cinque ragazzi africani, ma delle riserve altrettanto sostanziose.
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