CORAM LETHE: Heterodox
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12/08/2012I toscani tornano dopo tre anni con voglia di sperimentare e girare nuovamente pagina: nuovo cantante, otto inediti e un ritorno al vecchio logo correlato da una veste grafica notevole. Col tempo hanno subìto un continuo cambio di pelle senza sosta, dai primi anni violenti e tecnici, ad un progressivo aumento della voglia di arricchire il sound dando alle composizioni una forma-canzone più diretta. 'Heterodox' è un lavoro coraggioso, che a volte ci fa ascoltare passaggi e brani davvero interessanti, altre volte ci lascia con un forte amaro in bocca. Quest'ultima è una sensazione che ci arriva per lo più grazie al nuovo arrivato Gabriele che quando deve darci dentro sfodera un'ottima prova, mentre altre volte, causa magari un contesto inusuale, lascia insoddisfatti per certe stilistiche come in "Hypnomagik". Nel complesso i brani danno l'impressione di una band che vuole anche rispolverare il passato pur mischiando le carte in tavola, usando strumenti nuovi e anche un nuovo approccio alla composizione. Da una parte il break della schizzata "Bare" rimanda ai tempi del debut, "Where The Worm Crawl" dal canto suo pare rielaborare l'eco della martellante "Dying Water Walk With Us", ma con un riuscito gioco di voce pulita nel refrain, caratteristica che ritroverete altrove a piccole dosi. Il coraggio nell'osare, però, ha portato la band anche a scrivere brani dalla struttura forse troppo prolissa, e si è rischiato così di allungare il brodo dove non ce n'era effettivamente bisogno (il cerchio si apre e si chiude con dei brani un po dispersivi). Ad ascolto finito avremmo preferito avere a che fare con canzoni si variegate e ricche di sonorità, ma il risultato finale è una sensazione di vuoto: manca ancora qualcosa a rendere il tutto veramente degno di una band che ha un'esperienza ultradecennale. Probabilmente sul prossimo disco la formazione sarà più affiatata, e i brani non mancheranno certo d'avere la dinamicità d'un tempo.
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