ADORNED BROOD: NOOR
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12/05/2009Il bello nel trattare i sottogeneri di nicchia è, che, raramente ti ritrovi strane sorprese da interpretare, in quanto, solitamente, le bands che si identificano in certe sonorità lo fanno in maniera orgogliosa, fiera e totale, per portare avanti un discorso sonoro comune a tutto il genere in questione. Questo vale anche per il viking; purtroppo questo non vale anche per gli Adorned Brood, che hanno scelto di vivere il metallo pagano a modo loro, in una versione decisamente contaminata e ibrida. Certo, la base rimane sempre quella comune a tutti i gruppi figli di Quorthon, ma il viking di questi cinque finlandesi, ormai giunti al traguardo ammirevole del sesto album, è sporcato ed imbastardito da una forte dose di folk centro-europeo (a livello di songwriting, perchè l'unico strumento folk presente nell'album, a conti fatti, è il flauto traverso della female-singer Ingeborg) e di power di classe Blind Guardian-style (ascoltate il chorus della title track e ditemi se non vi torna alla mente "Lost In The Twilight Hall” dei bardi di Krefeld), nonché di consistenti venature di black ultracommerciale alla Cradle Of Filth, ad affiancare le classiche sfuriate blackie di Bathoriana memoria e di thrash teutonico moderno (leggasi ultimi Kreator). Nove canzoni più intro, ben scritte, ben strutturate e ben suonate dalla band, che sfruttano alla perfezione un songwriting molto vario e variegato, e decisamente dotate di una produzione buonissima, elemento questo che contribuisce a rendere questo album un prodotto molto piacevole da risentire più volte. Da segnalare infine l'ennesima versione del classicissimo "Drunken Sailor”, qui riletto in maniera molto dura. Come cita la bio allegata all'album: sconsigliato ai pirati d'acqua dolce!
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