SHADOWTHRONE: Elements' Blackest Legacy
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15/10/2019I laziali Shadowthrone tornano a distanza di due anni con il loro nuovo full-lenght ‘Elements’ Blackest Legacy’. È immediatamente chiara la direzione intrapresa dalla band. La traccia d’apertura “Endless Dance Of The Universe” ci martella con riff di scuola death, estremi, veloci e cattivi, aggiungendo nuove sfaccettature al sound. Il lato black sinfonico non manca; è importante, però, sottolineare come i tappeti sonori creati si discostino dai classici arrangiamenti orchestrali e corali tipici di questo genere. Le tastiere ed i synth proposti in tracce come “Black Dove Upon My Shoulder” e “All Is One” attirano l’attenzione grazie al sapiente inserimento all’interno della struttura compositiva, senza ergersi come strumenti solisti, rimanendo leggermente indietro nel mix ma con sonorità uniche che definiscono un gusto davvero particolare e originale. Non mancano brani dall’impronta più black classica come “Path Of Decay” brano diretto, ma mai banale, anzi ricco di spunti sonori diversi che portano il black a strutture compositive molto moderne. La caratura compositiva del gruppo esce in particolare con il brano “Every Moments Burns In My Chest”, i continui cambi di riff, forse fin troppo diversificati, uniscono sfuriate black a momenti più rallentati nel climax estremo dell’intero album. Ho apprezzato molto la cavalcata “L’Autunno Di Bacco”, brano carico di cori epici e chitarre devastanti, soprattutto perché offre un momento di respiro rispetto alle martellate del resto della composizione. La produzione è migliorata molto rispetto al precedente album; ogni membro ha uno spazio musicale ben ritagliato con un focus nitido su ogni strumento. I riferimenti musicali della band sono indirizzati verso il black sinfonico più moderno dei Dimmu Borgir e il black/death sinfonico degli ormai famosissimi Behemoth inoltre le loro composizioni devono molto ai Dissection e ai Limbonic Art ma è innegabile che sono riusciti a definire un proprio stile musicale con radici ben affondate in questo genere ma con l’orecchio sempre aperto verso nuovi suoni e nuove soluzioni compositive.
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