AA. VV.: I FIORI DEL MALE VOL.2
data
08/10/2004Secondo capitolo per la compilation de "Il male production" che a differenza del volume precedente si mantiene perlopiù su territori estremi. Tocca al black melodico dei Malnàtt aprire le danze, "La guèra d'inciòn" è un buon pezzo arricchito con inserti folk e cori femminili. Il black metal dei successivi Tod invece è saldamente ancorato alle radici del genere, come ho già avuto modo di dire in altre occasioni il loro sound risulta come un mix tra Judas Iscariot e Darkthrone, una band da seguire e supportare visto che stiamo parlando di una delle migliori realtà dell'underground black nostrano. I bolognesi "Conspctu Mortis" sono dediti ad un black metal sinfonico in stile Dimmu Borgir, Catamenia anche se supportato da una registrazione che purtroppo si rivela non all'altezza per questo tipo di genere. Ci spostiamo a Perugia con i Thodde, gruppo che definisce la propria musica Black necrofolk, e la definizione calza eccome visto che a un black abbastanza tirato vengono contrapposti inserti folk e vocals pulite. Ancora black metal con i palermitani Legion of Darkness che propongono un pagan black metal che ricorda molto gli Enslaved, senza ombra di dubbio "The ancient river" è un pezzo da tenere in considerazione. Ci spostiamo in Sffffizzera con gli Amphitrium e il loro black\death melodico accompagnato da tastire, "Crysalid" è un brano dotato di una buona struttura ma privo di personalità. "Oscure alcoholic wound" dei torinesi Cold Void è un raw black metal che inaspettatamente in alcune parti si laascia andare alle clean vocals, interessante. Hesperia, one man band da Macerata, propone un black metal depressivo, minimale e caotico che viene qui etichettato come Archaic metal, la proposta musicale di questo progetto è da considerarsi positiva sopratutto per quanto riguarda l'atmosfera che riesce a ricreare. Il gruppo più interessante della compilation però sono i bolognesi Mors Tua, raw black accompagnato da una tromba che si badi bene, non viene assolutamente soffocata dal minimalismo della registrazione anzi, sono proprio le linee di tromba a creare le melodie e a svolgere il ruolo di protagoniste. I Dream steel sono l'unico gruppo "non estremo" presente nella compilation, power metal stile primi Helloween che è tutto meno che esaltante, oserei dire come l'80% delle uscite di questo genere. A Catanzaro troviamo invece i Cold Corrosion, band dedita ad un death metal meledettamente vecchia scuola, niente male. Ancora Death metal con i Dysthymia, gruppo che manifesta palesamente la propria adorazione per Chuck Shuldiner. "Ode on melanchony" è un brano che preannuncia grandi cose per questi ragazzi, visto l'ottimo lavoro in fase di songwriting. I Rainoise ci fanno tornare a Catanzaro, anche in "Death for sale" l'influenza dei Death è davvero marcata ma in questo caso parliamo dei Death più minimali dei primi tre dischi. Si ritorna a Bologna con i No eyes to cry e con la loro "Silence", pezzo che cerca di unire thrash metal ad hardcore, il risultato però non riesce a convincere pienamente principalmente perchè non possiede quell'aggressività che dovrebbe essere prerogativa per un gruppo thrash. Chiudono i milanesi Lifend, "Innerscars" è un Death metal accompagnato da parti elettroniche e voce femminile, un pezzo carino che ricorda molto qualcosa dei Samael. [email protected]
Commenti