SARABANTE: REMNANTS
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24/08/2011I greci Sarabante dispensano calci e pugni a volontà, lanciano sassi, sfondano vetrine, fronteggiano poliziotti in tenuta antisommossa. Non mi sorprenderebbe se alcuni brani contenuti in questo 'Remnants' venissero usati per accompagnare servizi o documentari sulla guerriglia urbana. Provengono dai sobborghi di Atene, e si fa presto ad immagire la protesta che li porta a generare una tale vaganota di odio e di spirito di rivolta. Caustico e di pari passo melodico, è un lavoro non ricco di chissà quali sfumature e che potrebbe non godere di longevità, ma in grado di fare male per davvero nell'immediato sul piano emotivo. Un'urgenza che stravolge, che ti abbatte e poi ti solleva per dartene ancora di più ad occhi chiusi. Qui si lotta contro la disoccupazione, il precariato, l'inefficienza e la corruzione dello stato, si inneggia alla rivolta sociale tramite ritmiche spedite e corrosive, chitarre con sette strati di carta vetro incollati lunga la tastiera, e voce urlata inacidita che richiama in roccolta masse di disperati per andare a riprendersi quanto è stato loro sottratto. Nulla di nuovo a dire il vero, ma i Sarabante sono credibili fino in fondo e ti coinvolgono al punto tale che sei pronto a scendere in strada con una molotov in mano. Di questi tempi, poi, un vero toccasana.
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