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EXCIDIUM

Un tuffo nel passato con Danny e Daniele, rispettivamente chitarrista e cantante degli Excidium. Di recente la Despise The Sun Records si è occupata di ristampare la discografia su doppio cd. Gli Excidium si formano a Termoli negli anni ‘80: che aria si respirava a quei tempi ? Danny Cinicolo: negli anni 80 la situazione musicale girava tutt'intorno alla musica leggera italiana, mi ricordo una volta chiamai una radio locale per chiedere di mettere “Stairway to Heaven” dei Led Zeppelin e come risposta mi dissero che non potevano mettere quel tipo di musica perché ritenuta troppo estrema! Con questo ho detto tutto! Poi aggiungi che non eravamo in una grande città e quindi gli appartenenti al gruppo dei “metallari” eravamo tutti visti come dei marziani, ma a me questo piaceva perché fin da piccolo sono sempre andato controcorrente e l’attenzione a volte impaurita della gente nei nostri confronti mi piaceva tanto. Gli Excidium nascono appunto da questo gruppo di metallari che iniziano anche a suonare ognuno uno strumento. Il primo che suonava era Gianni Caralla che insieme a Daniele Di Rocco facevano delle prove con altri ragazzi di Termoli, ma suonavano solo un po’ di rock anni 70, poi dopo che Io alla chitarra iniziavo a fare grandi progressi , le loro attenzioni iniziarono a rivolgersi verso di me con la speranza di poter suonare musica più estrema, poi quando anche Ascanio Costantino nel giro di pochi mesi divenne un batterista veramente promettente e capace, formammo la prima line–up che poi successivamente divennero gli Excidium. Daniele Di Rocco: penso che a quei tempi, Termoli, come del resto la "Bay Area" fossero in un momento di tumultuosi cambiamenti a livello musicale, si passava dai classici del rock duro al rock estremo, un'evoluzione naturale delle cose. Voglio dire che non eravamo poi tanto distanti dalla situazione che si aveva in California o in Svezia o in Germania, il momento era quello, qui da noi come lì da loro. Avevano cagate alla Stix/W.A.S.P., noi cagate alla Pooh et similia, la musica che girava era la classica che tutti conoscono degli anni 80 anche a livello rock, AC/DC, Iron Maiden, Saxon, Judas Priest etc. etc. (per quel che ci riguardava), ma poi i precursori fecero strada, vedi Metallica, Kreator, Voivod, Possessed. Noi trovammo la retta via per le nostre aspettative/stile di pensiero, quello era il nostro genere! Un minimo di gavetta/esperienza lo avevamo si trattava solo di salire sul nostro treno, un treno che era appena partito. Excidium sostanzialmente nasce per la stessa passione di 4 amici, poi diventati cinque, eravamo tutti ragazzini, tutti autodidatta a livello musicale e tutti sempre insieme a fare bordello sia in sala prove che nella vita, e dati i risultati raggiunti posso senza ombra di dubbio dire che non c'è limite tranne quelli che noi ci poniamo. C’è una precisa scelta dietro il monicker Excidium ? Danny Cinicolo: In quel periodo ci piacevano molto le storie dell’orrore e i testi in latino, poi avevo la ragazza che faceva lo Scientifico e mi aiutava con il vocabolario. Eravamo al mare io e Ascanio e trovammo questo nome sul vocabolario di Latino. Il nome ci sembrò subito adatto e così lo scegliemmo per la band. A quei tempi c’erano anche Mortuary Drape e Necrodeath ... Danny Cinicolo: sì li ricordo vagamente, ma mi ricordo anche che avevano il vantaggio di vivere e suonare in grandi città, soprattutto quelli del nord. Comunque io che avevo i contatti della band avevo buoni rapporti con gli altri gruppi della scena Italiana. Daniele Di Rocco: ricordo bene i Necrodeath, i Bulldozer gli Schizo e qualcun'altro, ognuno aveva il suo stile e le loro registrazioni erano sempre piuttosto buone, quello che ci fregava era l'impossibilità di registrare in una sala di incisione con professionisti competenti, le migliori (le ultime) le abbiamo fatte a Pescara in uno studio dove solitamente pascolavano musicisti dediti al liscio. Fortunatamente se da un lato avevamo Danny, la mente di Excidium a livello compositivo, dall'altro avevamo Gianni (una band al completo racchiusa in un unico folle elemento) che se la cavava bene anche sul mixer, quindi bypassando il fonico riuscivamo a portare a casa dei buoni risultati. Già nella vostra prima demo, intitolata “Symphonies Of Death” (1987), si può notare l’alto tasso tecnico/compositivo di Donato. Danny Cinicolo: Grazie sei generoso, non dovrei essere io a parlare di me stesso ma comunque ammetto che ebbi come un’esplosione musicale sia nel imparare la chitarra e sia nella composizione dei pezzi. Considera che la demo “Symphonies Of Death” l’ho composta quasi tutta io, e suonavo la chitarra solo da un’annetto.Certo non è un capolavoro del thrash metal ma comunque aveva dei bei spunti. Daniele Di Rocco: a livello musicale Danny non è normale, l'ho visto imbracciare la chitarra per la prima volta nel posto in cui lavorava, e nel giro di uno/due anni scarsi comporre la prima demo, era il classico talento con in più la dedizione maniacale ai dettagli. Io non ci sarei riuscito neanche dopo vent'anni. Ascanio non era da meno, la loro curva di apprendimento era direttamente proporzionale alla nostra voglia di fare, a questo mi riferivo quando dicevo che non esistono limiti se non quelli che ci poniamo. Esordite con la suddetta demo, con una formazione a quattro. Altre informazioni, aneddoti e ricordi? Danny Cinicolo: Anni belli, avevamo tutti 20 anni e pensavamo solo a suonare dalla mattina alla sera. La demo fu registrata a Campobasso in una specie di studio stalla in un solo giorno, perché i soldi erano pochi e i fonici non ci capivano nulla. Comunque ricordo che eravamo tutti soddisfatti alla fine e pieni di speranze e illusioni. Daniele Di Rocco: ricordo in generale che eravamo un po’ come Don Chisciotte contro i mulini a vento, ma con una voglia di fare che andava ben oltre gli ostacoli oggettivi che si ponevano: vedi sale di incisione che chiamare artigianali sarebbe semplicemente eufemistico, o questo continuo nuotare controcorrente ambientale, ma noi in fin dei conti in questo brodo ci sguazzavamo allegramente, avere vent'anni vuol dire anche questo, lo faccio anche adesso, mi mancano solo i vent'anni! Ci sono stati particolari bands che vi hanno influenzato ? Danny Cinicolo: Io sono cresciuto a pane e Slayer, erano il mio punto di riferimento negli 80, inoltre adoravo i Sepultura, Pestilence, Death, Kreator, Testament, Metallica ecc … Daniele Di Rocco: Slayer, Pestilence, Testament, Sepultura su tutti e per tutti, piacevano a tutti le stesse identiche cose. Questo ci portava ad interpretare/arrangiare il materiale di Danny con la stessa identica passione, era come un bel matrimonio, ne veniva sempre fuori un bel pezzo, non ricordo un solo pezzo di tutti quelli che abbiamo fatto che non ci piacesse. Come nasceva un brano ? Nel corso degli anni il vostro approccio al songwriting è cambiato ? Danny Cinicolo: I pezzi li componevo quasi tutti io a casa, e poi li facevo sentire agli altri nella sala prove e insieme gli davamo una forma aggiungendo la batteria e tagliando o aggiungendo dei riff. Daniele Di Rocco: solitamente i pezzi li componeva Danny, poi ce li sottoponeva in sala prove, lì eventualmente si sgrezzavano e arrangiavano con le idee di tutti, le migliori formavano il brano finito, la parte vocale veniva inserita solo alla fine di quella musicale che veniva eventualmente modificata a seconda delle esigenze. Da dove prendevate tanti spunti per i vostri brani ? Danny Cinicolo: Era il mio modo di suonare, mischiavo pezzi violenti alla Slayer con degli assoli alla Testament. Questo lo ritrovi anche e soprattutto nei Maleficarum dove la brutalità dei pezzi e la melodia degli assoli sono veramente in contrapposizione. Comunque si, siamo stati sempre considerati molto tecnici e io ci tenevo molto alla complessità dei brani che poi ha trovato l’apice quando siamo passati alle due chitarre con l’ingresso di Luigi Pagano, un vero mostro delle 6 corde. Non esagero a dire un talento unico, che si integrava con il mio modo di suonare alla perfezione (ascolta “Antropophagy” e capirai cosa intendo). Daniele Di Rocco: questo è terreno di Danny in primis, e Luigi (adesso che ci penso Excidium era una fucina di talenti), comunque per come la vedo io il nostro modus operandi era la "varietà" durante i pezzi. Ci puoi trovare il brutale e il melodico perfettamente miscelati: era forse il nostro grande punto di forza, ci piaceva così e così facevamo. Pensate che sia solo grazie alla vostra amicizia, e il fatto di essere tutti dello stesso posto, di aver mantenuto una line-up solida per le prime due demo ? Danny Cinicolo: si eravamo dei fratelli. Una sensazione di appartenenza bellissima, che purtroppo rimane solo nei ricordi. Oltre che a suonare insieme, uscivamo sempre insieme e facevamo tutte quelle cose che si fanno in comitiva a 20 anni. Daniele Di Rocco: l'amicizia è un conto, la professionalità è un altro. Noi eravamo fratelli, a casa di Danny si componeva, a casa mia si guardavano i film porno, hahahah! Noi siamo stati fortunati a unire l'amicizia con la professionalità e la line-up è rimasta quella (con Luigi) fino quasi alla fine, ma Luigi era il classico "artista folle" e un giorno all'improvviso, per motivi suoi ha deciso di mollare. Con “Anthropophagy” arriva Luigi Pagano e il sound si irrobustisce ulteriormente. Danny Cinicolo: Per me “Anthropophagy” è il picco massimo che gli Excidium hanno toccato, sia in tecnica che in creatività. Innanzitutto entrò Luigi nella band e portò una tecnica incredibile e anche idee musicali nuove che però a mio vedere si integravano alla perfezione con il mio modo di suonare. Quindi su quella demo trovi 4 pezzi di Luigi e 4 pezzi miei, ma chi li ascolta difficilmente può trovarli diversi tra loro. Inoltre anche Ascanio iniziava a fare cose molto belle alla batteria e credo che sia stato il periodo in cui abbia suonato meglio. Credo che sia una delle demo tapes più belle mai create in Italia per quanto riguarda il Death/Thrash. Senza presunzione! Tutte le copertine e la parte grafica della band, rispecchiavano ovviamente quello che era la natura dei lavori all'epoca. Almeno per i gruppi underground era così. Chi le disegnava ? Danny Cinicolo: Daniele era il nostro artista delle copertine, e quindi gli davamo carta bianca per le sue creazioni. Daniele Di Rocco: le copertine le progettavo e realizzavo io, poi passavano al vaglio degli altri membri della band per l'accettazione, ma come detto prima eravamo un'unica entità e quindi piacevano sempre. Avessi avuto un pc all'epoca! Con “Defunto”, anno 1992, tornaste ad essere il quartetto come gli esordi. A cosa fu dovuto l’abbandono di Luigi? Danny Cinicolo: Purtroppo Luigi era un folle alla chitarra così come lo era nella vita e così il giorno prima della registrazione della demo decise di smettere di suonare, lasciandoci nella merda e infatti mi ricordo che in sala di registrazione dovetti improvvisare le sue parti, assoli compresi.. Il 7” segna l’ingresso di un nuovo chitarrista e la firma per Adipocere. Qualche altra informazione a riguardo ? Danny Cinicolo: Ci contattarono loro dicendoci che volevano farci fare il 7 pollici. All'estero eravamo molto conosciuti nel underground Europeo e Americano. Il nuovo chitarrista, Max Cocco, veniva da Chieti ed entrò nella band principalmente perché non sapevamo come fare dal vivo. Daniele Di Rocco: Max ci serviva per sostituire Luigi ma che io sappia non ha mai partecipato attivamente al songwriting forse anche perché non ne ha avuto il tempo, era il periodo in cui stavamo implodendo, abbiamo fatto qualche esibizione dal vivo e poi siamo inevitabilmente inciampati nella dura ineluttabile vita reale, il giocattolo ormai si era rotto, peccato, proprio all'apice della bravura individuale & collettiva al contempo, abbiamo bruciato le tappe e ci siamo bruciati noi stessi. Come mai i brani del Promo 1993 non fecero parte del tanto agognato full-lenght ? Avreste visto un futuro roseo in tal caso ? Danny Cinicolo: Purtroppo eravamo già arrivati al capolinea: Daniele si era trasferito a Torino per lavoro, Ascanio aveva alti e bassi con la sua vita privata ed era molto discontinuo, e Max che era un buon chitarrista non era però all'altezza di Luigi Pagano che per me era il partner ideale. Io stesso iniziavo ad avere segni di stanchezza, e infatti in quel periodo nasce il mio progetto Maleficarum. Comunque non credo, per i motivi di cui ho detto prima. Se fai un album anche molto bello , comunque ci vuole la possibilità di suonare dal vivo per poter fare qualche incasso e per promuoverlo, mica si può vivere sempre alle spalle dei genitori, e infatti verso i 25 anni c’è lo spartiacque della vita musicale, e cioè o smetti e trovi un lavoro, oppure muori di fame e vivi solo di speranze. Daniele Di Rocco: Luigi rappresentava un writer degno di Danny, ascolta “Anthropophagy” e capirai, il mio personalissimo sogno vede la line-up classica (senza nulla togliere all'ottimo Max) con un ottimo produttore. Il capitolo Maleficarum è da considerare chiuso per sempre ? Danny Cinicolo: Credo proprio di si, anche se probabilmente con Andrea Cipolla della “Despise the Sun rec.” Faremo un discorso molto simile a quello fatto per gli Excidium, e quindi c’è l’intenzione di riproporre le 2 demo e ristampare “Across the Heavens” e “Under the Cross” in una raccolta di 2 cd, anche perché purtroppo all'epoca furono veramente poco pubblicizzate. Soprattutto “Across the Heavens” che secondo me meritava molta più considerazione anche in Italia! Ma a parte questo, così come per gli Excidium, il discorso Maleficarum è definitivamente chiuso per me! Sei tornato più in forma che mai, prima presentando un bel po di cover su un tuo canale youtube, poi annunciando sul tuo profilo facebook la nascita del progetto Eyes Of Agony. Quanto c’è di Excidium in questa nuova tua incarnazione musicale? Parlaci un po di questo tuo “ritorno” ... Danny Cinicolo: Si può essere considerato un ritorno, ma effettivamente non è proprio così, perché io a casa ho sempre continuato a suonare, e infatti ho più chitarre adesso (8...mia moglie mi odia!!) che quando facevo concerti e registrazioni…..solo che per anni vivendo in un piccolo paese di provincia e non avendo quindi il collegamento internet veloce, non ho avuto modo di rimanere in contatto con i vecchi contatti oppure farmi conoscere da gente nuova….poi tramite FB e Youtube, ci vuole poco per riiniziare ad entrare di nuovo in azione!! Per il discorso “Eyes of Agony”, non credo ci sia molto di Excidium o di Maleficarum all'interno di questo progetto, ne tanto meno le influenze musicali. Anche se ovviamente si sente molto la mia provenienza dal magico e irripetibile periodo dell’Old School Death Metal, di cui io ne faccio parte e ne sono fiero!! Il mio volere è quello di riuscire a portare su cd le mie nuove composizioni fatte appunto per gli “Eyes of Agony”, ma purtroppo mi rendo conto che in questo periodo di decadenza economica, sarà molto complicato riuscirci, almeno che io voglia accollarmi tutte le spese necessarie per le eventuali registrazioni,spese di viaggio,ecc ... Quindi non ho idea fin dove riuscirò ad arrivare, ma ti assicuro che le composizioni fatte per l’eventuale album sono validissime, un mix di vecchia scuola e stile più moderno che per me è molto riuscito! È un Death Metal molto fluido, violento e anche molto tecnico, senza però cadere nella noia di certe band moderne che fanno delle loro composizioni solo una dimostrazione estrema delle loro capacità tecniche strumentali, ma che alla fine però lasciano un vuoto incredibile a livello compositivo impressionante!! Questo perché oggi per suonare si usano tablature (stanno sempre a chiedermi la tablature di ogni cazzo di cover che faccio!) e quindi secondo me alla fine anche i pezzi vengono composti a tavolino con il pc anziché con lo stato d’animo e la spontaneità del compositore! Questo è una mia misera e personale impressione, ovviamente non condivisibile….ma io dico sempre quello che penso…..amare o odiare!!!

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