NUNFUCKRITUAL: In Bondage To The Serpent
data
01/11/2011Un'apertura trionfale, quasi marziale e impregnata di una lieve anima drone vive nelle prime schegge della opener che funge anche da epica intro: i Nunfuckritual debuttano con una formazione speciale (notare la poliedricità di un signor bassista quale Dan Lilker che si presta a suonare qualsiasi cosa). Si fa sul serio per davvero con "Komodo Dragon, Mother Queen". Spettrale incedere che mai si manifesta in assalti puramente estremi, ma preferisce il lento avanzare di riff sinistri a ciò che, giusto per farla breve, le band d'origine di questi pazzi ci propongono. Bellissima la voce in spoken di Espen, la scelta è stata azzeccatissima, distaccandosi così di gran lunga dalle normali anonime voci che si ascoltano in giro. La scelta di procedere in incursioni sempre più violente rende il disco ancora più interessante. Man mano che ascoltiamo i brani siamo sempre più vicini ai scenari di violenza che ci immaginavamo. Arriviamo quindi a "Cursed Virgin, Pregnant Whore", e poi di nuovo un passo indietro con i rimanenti brani. Il tipico trademark del metal più oscuro inizi anni '90 comincia a diventare più chiaro. La titletrack, sul finale, è un epitaffio dei più malsani ascoltati negli ultimi tempi.
Commenti