RIOT: IMMORTAL SOUL
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31/10/2011C'è stato un gran parlare negli ultimi mesi in merito a questo ritorno dei Riot con la formazione che aveva registrato 'Thundersteel' e 'The Privilege Of Power'. Meritatamente in quanto la band di Mark Reale è una delle poche realtà a non aver mai (quasi) sbagliato un disco, ed arteficie di prove superlative e scelte coraggiose sul piano stilistico che hanno reso i Riot uno dei pochi gruppi in grado esprimersi su più livelli - heavy, power, hard rock, approcci progressive, compattezza e preparazione tecnica invidiabili - con risultati (quasi) sempre eccellenti. Reclutati quindi Moore al microfono, Jarzombek alla batteria, Van Stavern al basso ed il fido Flyntz alla seconda chitarra, unica "novità" rispetto agli album citati sopra, Mark dà vita ad un altro album dallo spessore qualitativo importante. Cosa non scontata visto che la maggior parte delle ministrine strariscaldate degli ultimi anni hanno davvero un sapore di merda. 'Immortal Soul', invece, è un disco tosto, con brani convincenti e tiro da vendere che non cerca di essere una sorta di 'Thundersteel' parte seconda, ma che prova ad articolarsi proprio su binari ora heavy, ora classicamente power, ora mediamente hard rock. Si susseguono senza sosta proiettili esplosivi come l'opener <"Riot", brano che diventarà di sicuro l'inno dell'act newyorkese, la speedereccia "Wings Are For Angels", la moderna "Fall Before Me" con il suo incedere ritmico decisamente alternative, l'orientaleggiante "Crawling", la tranvata sui denti "Sins Of The Father" con un ritornello che non ne vuol sapere di lasciarti in pace, la title-track dai tratti epici. "Believe" e la conclusiva "Echoes" gli unici brani una spanna sotto la media, ed un Tony Moore che acquilotteggià più del dovuto sono gli unici appunti che ci sentiamo di muovere ad un lavoro che conferma la grandezza della band ed il talento di un Mark reale mai domo, sempre pieno di energia e magicamente ispirato.
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