SUFFOCATION: Il seme del Brutal Death Metal
Se vi chiedessimo della nascita del metal estremo rappresentato dal Death Metal, dal Thrash, dal Black Metal o dal Grindcore, difficilmente troveremmo qualcuno impreparato sull'argomento. Entrando nello specifico, tra tutti i generi citati, il Death Metal è quello che maggiormente si è rigenerato ed evoluto mediante l'unione dei due elementi che, nella prima metà dei Novanta, stavano invece dividendo la scena. Tecnica da una parte, brutalità e potenza dall'altra. Death o Morbid Angel? Atheist o Deicide? Un compromesso serviva, ed è così che tra il maggio e l'ottobre del 1991, esattamente 25 anni fa, una band di Long Island faceva la storia, segnando l'esordio suo e quello della Relapse Records. I Suffocation del biondo magrolino Frank Mullen pubblicano l'Ep 'Human Waste', nei quali pesantezza e brutalità raggiungono il livello più alto mai udito fino a quel momento.
Al suo interno un brano in particolare rappresenta senza dubbio il primo esempio di brutal che si ricordi. Con le sue chitarre accordate bassissime, basso e doppia cassa abissali e una voce tra le più gutturali in circolazione, “Catatonia” lascia un seme che solo dopo qualche anno germoglierà definitivamente. I cinque suonano un pesantissimo death, claustrofobico, ma dinamico, tecnico e asfissiante. I brani sono costruiti su più riff intervallati da diversi cambi di tempo, cosa non molto comune in quegli anni. Ma è “Catatonia” che ha qualcosa in più; terribilmente cadenzato, con una doppia cassa non veloce, un riff semplice, ma con un finale definitivo. Un'accelerazione mostruosa, che diventerà in futuro l'abc portante del brutal e dello slam ancor più tardi.
Non a caso i canadesi Cryptopsy, tra i primi ad assimilare tale lezione, nei i loro primi due capolavori 'Blasphemy Made Flesh' e 'None So Vile', incensano di complimenti Frank Mullen e soci nei ringraziamenti interni al booklet. Tornando indietro, complice l'inesperienza, la Relapse si fa portare via la band dal colosso Roadrunner, vera e propria etichetta mattatrice in ambito death metal made in Usa. Il risultato è la definitiva e rapida consacrazione per Frank Mullen, Terrance Hobbs, Doug Cerrito, Mike Smith e Josh Barohn. 'Effigy Of The Forgotten', pubblicato ad ottobre, è ancora oggi un monumento al Death Metal, il reale certificato di nascita del brutal. La ricetta è sempre la stessa: riff lenti, pachidermici, ma incredibilmente belli, avvolgenti e carichi di groove. Anche la sezione ritmica è asfissiante, ma i continui cambi di tempo e gli ottimi assoli creano un ibrido tra tecnica e potenza mai così estremizzati e uniti tra loro.
In quel momento, però, le attenzioni sono tutte per i grandi nomi della scena floridiana. Fanno notizia le rivalità a suon di capolavori tra Death e Morbid Angel e le blasfeme copertine dei Deicide, bersagliati dai fondamentalisti cristiani negli States. E proprio parlando di copertine chiudiamo il cerchio. L'artwork di 'Effigy Of The Forgotten' sostituisce il sangue col ferro, le croci capovolte con l'acciaio di mostri meccanici, atti a divorare resti umani ed a disseminare uova di altri mostri in un panorama da incubo, dominato da futuristiche costruzioni immerse tra montagne di macerie. Se non avete colto il punto, andatevi a vedere le copertine del 90% delle attuali technical brutal band (Deeds Of Flesh secondo periodo, Beheaded, e tanti gruppi della Unique Leader su tutti), e vi renderete conto dell'impatto che questa straordinaria e per anni sottovalutata band ha avuto esattamente 25 anni fa.
Commenti