ZOROASTER: MATADOR
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09/05/2011Stoner, hard rock e psichedelia rappresentano l'anima di 'Matador', terzo disco dei Zoroaster. Un album compatto per il possente muro sonoro che erige, ma di una compatezza assassina perchè dalle sue crepe sgorga magma che non lascia scampo. Dall'impatto devastante e dall'incedere deciso il disco si caratterizza essenzialmente per la capacità di raffigurare scenari in rovina, e per la forte indole visionaria. Una ricerca continua nel tentativo di trovare e ricreare sensazioni di alieniezione e straniamento, di evocare atmosfere livide, dense, impenetrabili, che invevitabilmente lascia da parte qualsiasi pretesa tecnico-esecutiva. Tentativo in buona parte riuscito dato che 'Matador' sperimenta soluzioni suggestive che rapiscono e ti trascinano in un vortice fatto di riff ed effetti di chitarra deliranti, cosmici, e dalla sezione ritmica ora ipnotica, ora furiosa. Forse il giocare troppo con la voce filtrata, con il vocoder, rende i brani a volte troppo simili dato che non c'è l'ombra di una melodia nel cantato fin troppo recitato. Questo particolare non lascia decollare del tutto il lavoro perchè se da un lato risulta funzionale e l'effetto "astrale" è assicurato, d'altro canto figura anche come un peso che non consente alle tracce di spiccare pienamente il volo. Ma se 'Matador' non raggiunge la perfezione, nè la sfiora, resta ad ogni modo un ottimo disco in grado di far vibrare più corde, soprattutto quelle cerebrali che troveranno di cosa alimentarsi, e con cosa spezzarsi.
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