WYATT EARP: Wyatt Earp
data
18/11/2018La passione in comune per l'hard rock dei seventies ha portato cinque ragazzi del veronese a dar vita a questa entità che ha iniziato il proprio percorso musicale proponendo inizialmente cover dei gruppi che sono stati per loro il cardine del loro sviluppo creativo ossia Deep Purple in primis, ma anche Huriah Heep e Kansas per il lato più prog oriented. I brani si presentano dall'aspetto assai complesso, e questo lo si evince soprattutto nella suite finale "Gran Torino" in cui il senso di dejà vu si manifesta in maniera un po' eccessiva. Ma è l'hard rock ad essere la componente principale e "Back From Afterworld" è quanto di più debitore ci possa essere nei confronti di Sir Blackmore e compagnia, impressione confermata dalla spedita "Live On", mentre "Dead End Road" è un perfetto trait d'union fra le atmosfere color porpora e suggestioni prog degli imprescindibili Huriah Heep. Meno impatto ma molta eleganza traspare nella notevole "With Hindsight" dove i ragazzi impressionano per gusto negli arrangiamenti dimostrando anche creatività, evidenziata anche nel guitar solo veramente di spicco. "Ashes", contraddistinta da quell'inizio d'organo che ci ricorda il Jon Lord del periodo più splendido e dalla voce di stampo zeppeliniano del buon Leonardo Baltieri, si rivela essere non solo misteriosa e vintage ma sa anche mostrare i muscoli quando occorre, segno che i Wyatt Earp sanno anche proporre rock 'n' roll energico, dall'ottimo riffing e con una sezione ritmica che sa proporsi alla grande. Diamo quindi il benvenuto a questo nuovo ensemble che con il lavoro d'esordio richiamerà l'attenzione di coloro che amano certe sonorità vintage, auspicando che nel futuro riesca ad imprimere ancor di più personalità che comunque non fa difetto ai ragazzi.
Commenti