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WRETCHED: VIVI OGNI MOMENTO

data

13/04/2005
100


Genere: Hardcore
Etichetta: E.U.91 Serbian League
Anno: 2004

Premessa: la recensione di questo album ha bisogno di una doverosa introduzione, per meglio spiegare qual è il vero significato di questo disco, che va ben al di là della musica in esso proposta. I Wretched si formarono nel lontano 1982, quando in Italia si stava affermando lo stile di vita punk importato dall’Inghilterra e nascevano quindi i primi gruppi portatori di questa filosofia. Allora, infatti, il punk era vissuto in maniera molto diversa da come lo è oggi: non era nemmeno concepibile un gruppo punk che non fosse impegnato politicamente (soprattutto verso l’anarchismo), i centri sociali erano occupati da gente seria e motivata che credeva davvero di stare facendo qualcosa di nuovo e rivoluzionario; i gruppi punk quindi credevano davvero di poter cambiare il mondo (magnifica utopia) e si impegnavano realmente e attivamente per farlo creando fanzine per divulgare le loro idee, occupando centri sociali e organizzando numerose iniziative di protesta. L’opposizione di Polizia e skinheads era piuttosto dura e violenta e si opponeva allo spirito pacifista ed antimilitarista del movimento. Essere punk significava davvero qualcosa: era un messaggio chiaro e forte che si lanciava alla società. Le borchie, le magliette stracciate, la cresta, le occupazioni e, non ultima, la musica profondamente rivoluzionaria erano molto più che semplici mode per adolescenti; esse erano, infatti, reali veicoli di un profondo messaggio politico, dal quale forse oggi dovremmo prendere esempio: un’altra società è possibile, fatta di uguaglianza sociale, di pace, di rispetto, senza violenza e senza futili mode, dove le convenzioni borghesi sono soppresse in nome della pura ed incontaminata libertà. In un’intervista di qualche anno fa, l’ex batterista Zambo ha avuto modo di dichiarare riguardo la moderna scena: “Per quel che ho potuto vedere, l’unica attitudine dei Punx è quella di ubriacarsi e niente altro. Questo è il mio modesto parere, spero che non sia veramente così.......certo non vedo né lo spirito né la forza di un tempo”. A distanza di quattro anni da questa dichiarazione, le cose non sono cambiate granché; anzi, se possibile, sono anche peggiorate: la cultura del consumismo ha lacerato come un morbo lo spirito punk degli anni ’80, conducendolo ad essere un mero fenomeno di costume, esattamente come la maggior parte del rock e del metal moderno. Oggi le etichette punk, se si eccettuano poche e sparute eccezioni, non sono più gestite da appassionati (con un rapporto per così dire “fan to fan”), ma da veri e propri banchieri della musica, interessati solo a che le loro produzioni abbiano successo e riescano a far trasmettere i loro video su MTV. Io evito di esprimere giudizi, anche se credo che la mia posizione sia chiara. Vi chiedo solo di riflettere sulle mie parole e di pensarci la prossima volta che dovete comprare un disco o andare ad un concerto. Pochi ci pensano, ma il potere del consumatore di non consumare è un arma terribile. Il boicottaggio è una forma di consumo consapevole e, a mio parere, è l’unica forma di resistenza possibile nei confronti delle lobby della musica, che limitano la libertà di espressione e la creatività in nome del profitto. Ma adesso basta con questi sproloqui nostalgici, parliamo della musica. Dal 1982 al 1987, anno dello scioglimento, i Wretched hanno pubblicato solamente quattro Ep e due Lp, ma tanto è bastato per farli entrare nella leggenda. Ancora oggi, vent’anni dopo, centinaia di appassionati continuano a spulciare scaffali polverosi di qualche negozietto misconosciuto per trovare uno dei succitati dischi, spesso senza successo. I lavori dei Wretched, infatti, sono ormai esauriti da moltissimi anni, per cui ogni ristampa finisce sempre con l’andare esaurita nel giro di pochi mesi; attualmente il disco qui recensito è l’unica cosa più o meno reperibile del gruppo. Recentemente ristampato dalla E.U.91 di Giulio dei Cripple Bastards (musicalmente cresciuto a pane e Wretched), questo cd contiene tutta la produzione della band con Zambo alla batteria: l’album “La tua morte non aspetta” del 1986 e il 7” “In controluce” datato 1987, entrambi rimasterizzati in digitale; a questi segue l’ultimo concerto dal vivo della band, registrato in quel di Padova nel 1987 e rimasterizzato per ottenere una qualità audio che sfiori almeno la decenza. Il primo lavoro qui proposto è dunque il magnifico “La tua morte non aspetta”, forse uno dei picchi più alti raggiunti dal gruppo. Il disco si apre con la magnifica “Senti il richiamo”, con un testo molto bello (nello stile dei Wretched) che esalta l’individualità e il pensare con la propria testa, senza lasciarsi influenzare da nessuno. Si prosegue con “Sezionati vivi”, che si scaglia contro la barbara pratica della vivisezione, per poi passare a “Verso il tuo orizzonte”, che ad un riff veramente cupo e inquietante fa seguire una vera e propria sfuriata hardcore. Ecco dunque arrivare “Angosce”, forse il pezzo più complesso dell’album, almeno dal punto di vista lirico, seguita dalla malatissima “Vivere nell’incubo”, che inizia con un arpeggino inquietante, che farebbe invidia a moltissimi gruppi black, e prosegue poi con un pezzo hardcore veramente trascinante, scandito da un testo che a tratti sfiora la poesia. Ultimo brano è la titletrack “La tua morte non aspetta”, sicuramente il brano più triste dell’album, dedicata alla paura della morte che alberga in ognuno di noi. E’ composto da sole due tracce invece il seguente Ep “In controluce”, ultimo lavoro in studio della band. Musicalmente questo ultimo lavoro costituisce un ritorno a sonorità più tipicamente “punk” rispetto al precedente “La tua morte non aspetta”, che compositivamente presentava novità e sperimentazioni non trascurabili, come l’inserimento di arpeggi all’interno di brani hardcore, caso fino ad allora pressoché unico sulla scena italiana. Le due canzoni in questione non sono tuttavia qualitativamente inferiori al passato, ed anzi costituiscono un eccellente testamento per la band milanese: “In controluce” e “Libero e selvaggio” sono sicuramente due delle canzoni più belle mai scritte dal gruppo. E veniamo quindi al live qui proposto, registrato a Padova in occasione dell’ultimo concerto del gruppo prima dello scioglimento. I pezzi qui proposti sono tratti soprattutto dai due sopraccitati lavori, anche se non mancano classici come “Solo guerra” o “muori per la patria muori per niente”, tratti dai precedenti album, che sicuramente faranno la gioia dei fan del gruppo. La qualità audio ovviamente non è delle migliori, anche se il lavoro di rimasterizzazione fatto dalla E.U.91 in occasione di questa ristampa ha del miracoloso: non è semplice, infatti, recuperare delle tracce audio vecchie di vent’anni registrate in un centro sociale e ridare loro una qualche dignità sonora. Agli autori di questo piccolo miracolo filologico e a Giulio della E.U.91 va dunque tutta la nostra gratitudine, per averci permesso di godere ancora di questi misconosciuti capolavori non solo della storia del punk, ma di tutta la musica moderna. A tutto ciò, va aggiunto che il disco contiene un’eccellente sessione multimediale nella quale potete trovare foto della band e ben tre video; considerando la quasi assoluta irreperibilità di materiale fotografico e audiovisivo della band, questa è davvero una chicca impedibile! Io credo che la passione che anima questa musica sia ancora viva nello spirito di alcuni di noi; cerchiamo di farla venire fuori. Support the scene!

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