WORMED: Krighsu
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28/03/2016E' arrivato il momento del grande salto per i Wormed. Gli alieni del brutal ipertecnico e fantascientifico alzano nuovamente l'asticella. Dopo la Willowtip si passa alla Season Of Mist, per cui le aspettative degli spagnoli all'uscita di questo nuovo lavoro non possono che essere alte. In termini strettamente lirici, ci troviamo nuovamente nel concept ultra futuristico del precedente 'Exodromos', il quale ci portava ai confini dello spazio, dove un nuovo universo fatto di numeri, formule matematiche e algoritmi, vedeva il suo dominio minacciato da un virus umano di nome Krighsu. Se in 'Exodromos' veniva musicata l'ambientazione del contest, stavolta si parla di lui, 'Krighsu', l'unico elemento quasi umano del concept. Difatti, anche la musica assume connotati più fisici e meno, per così dire, quantistici. Nell'insieme la struttura dei brani mantiene la stessa forma del passato, quindi nessun refrain e nessuna linea melodica; solo schizoidi e velocissime sfuriate technical death, seguite da decelerazioni brutal, brevi e pesantissime. Ogni pezzo segue un binario a senso unico, senza mai tornare indietro per rimettere in piedi un singolo riff suonato. La durata non raggiunge mai i quattro minuti, tranne che per la conclusiva “Molecular Winds”. Come detto stavolta ci imbattiamo in minori ripetizioni dissonanti e armonie claustrofobiche, grazie al quale riusciamo, non senza le dovute difficoltà, a penetrare il muro sonoro mastodontico di brani come “Neomorph Mindkind” e “Computronium Pulsar Nanarchy”, dove le ritmiche si fanno meno marziali e le chitarre accantonano i continui cambi di riff stoppati, lanciandosi in distruttive e più avvolgenti sfuriate di puro death metal. Questo nuovo disco mostra finalmente un volto umano, un'anima nella quale potersi immergere, per entrare maggiormente in sintonia con queste dieci devastazioni sonore. Manca ancora qualcosa, secondo noi. La miscela tra brutal e Sci-fi technical death non si è ancora ben amalgamata, il che darebbe un bel contributo per rendere questo disco ancor più coinvolgente. Probabilmente, però, l'intento del combo spagnolo è proprio quello di mantenere un distacco freddo, in grado di dare un'impronta quasi inumana alla propria visione di musica estrema.
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