VAGH: SANDS OF TIME
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24/08/2003Una completa e ben curata biografia della band accompagna questo cd pervenutomi pochi giorni fa, ovvero il debut album degli scandinavi Vagh, band costituita nel tardo 2000 dall'omonimo chitarrista con il proposito di riportare alla luce le sonorità rock tipiche degli 80's, care a tutti i true rockers del globo. L'operazione alla fin fine si può definire riuscita, nonostante un paio di pecche che non permettono al lavoro in questione di decollare definitivamente per diventare un must tra gli amanti del genere. Il disco di cui sopra si fa comunque apprezzare per le sue melodie vincenti e affabili, che nonostante il loro timbro di già sentito carico di deja-vu riescono a regalare 40 minuti di ottima musica, che va giù proprio come una dissetante e fresca birra in un'afosa e torrida giornata estiva. Poche pretese quindi, ma anche alcune frecce vincenti nell'arco dei Vagh, che con canzoni del calibro di "Tricky", "Hypnotized", "In The Heat Of The Night" e soprattutto la title-track portano indietro di quasi un ventennio le orecchie dell'ascoltatore, catapuldandolo nelle magiche atmosfere che furono care a bands come Bon Jovi, Def Leppard e affini. Dicevamo purtroppo di alcuni difetti presenti all'interno dell'album, uno su tutti quello delle parti vocali del singer Jonas Blum, il quale dimostra alcuni limiti a tratti evidenti, non riuscendo a graffiare come dovrebbe in diversi frangenti nei quali la grinta e l'espressività avrebbero dato alle varie tracce quella ciliegina utile per completarne alla grande lo zuccheroso contorno. Altro neo comunque di più sottile spessore risulta essere la produzione in sè, non sempre perfetta nel far rendere al massimo i vari strumenti, con un cenno particolare ai suoni delle chitarre. Rimane poco altro da aggiungere alla valutazione di questo comunque più che dignitoso debut album, anche se una piccola nota di congedo mi sembra d'obbligo. In generi musicali molto melodici come AOR e hard-hock spesso la resa sonora della registrazione influisce quasi totalmente sul risultato finale dell'album, facendolo decollare o meno a seconda della buona riuscita della stessa. Al contrario questo dischetto risulta invece in netta controtendenza, risultando godibilissimo per le melodie di facile assimilazione e per i ritornelli vincenti in esso contenuto. In qualità di recensore devo essere obiettivo e non posso alzare più di tanto il voto in questione, chi comunque vuole avvicinarsi in modo cauto ma comunque piacevole al rockeggiante mondo dei Vagh può farlo ascoltando gli Mp3 disponibili sul sito della band, in modo da crearsi un'opinione valida prima dell'eventuale acquisto del cd; a questo punto ad ognuno la sua personale sentenza...
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