URIAH HEEP: OUTSIDER
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07/06/2014Come al solito, a fronte di band storiche della portata degli Uriah Heep, si rischia sempre di scrivere banalità assortite in quanto tutto quello che si poteva scrivere è già stato scritto chissà quante volte. Leggenda, storia, inossidabili e via dicendo. Il fatto è che quando ti ritrovi tra le orecchie album come 'Outsider' diventa impossibile prescindere dalle note virtù di un grandissimo gruppo. Come nel nostro caso, per farla breve. In pratica non puoi fare altro che aggiungere, ed aggiungere ancora lodi quando a contare è sempre e soltanto il talento anche oltre i 60 anni. Un brano come "One Minute" non lo si compone tutti i giorni nonostante sia la tipica canzone di hard rock classico con un retaggio artistico di ben 40 anni sulle spalle. Rock, blues, l'hammond che s'insinua sotto pelle, sudore che gronda, l'elettricità nell'aria, e la voce di Bernie Shaw che ti conduce ovunque tu voglia andare. Emblematico il titolo del disco che sembra proprio voglia dire "hey, siamo ancora qua, in questo mare di modernità": alla fine risultano gli Uriah Heep gli outsider, e non la solita giovane promettente band che si perde per strada in men che non si dica. A conti fatti abbiamo ascoltato un lavoro tradizionale, ma che gronda di passione, fondamentale fattore che non riscontriamo in molte uscite recenti. Alla fine, come si usa dire, tutto ritorna, e ti ritrovi sempre ad elogiare chi non ne vuol sapere di morire.
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