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ULVER: Flowers Of Evil

data

08/09/2020
62


Genere: New Wave, Synth-Pop
Etichetta: House Of Mythology
Distro:
Anno: 2020

I norvegesi Ulver sono una band che è sempre stata autrice di continui cambiamenti ed innovazioni nel loro stile, nel loro sound e nella loro immagine, da quella più arcaica e primitiva del loro passato black metal, a quella più elegante e quasi patinata del loro presente wave.  Questo excursus si è tradotto in dischi dall’indubbia qualità musicale e compositiva, nonché interpretativa grazie alla poliedricità artistica e mentale del leader Krystoffer Rygg. L’ultimo album ‘The Assassination Of Julius Ceasar’ ovviamente non fa eccezioni, risultando essere un ottimo erede di tutto quel movimento wave che nella prima metà degli anni ’80 spadroneggiò la scena musicale internazionale, risultando assolutamente fresco e con soluzioni perfettamente in sintonia con il pensiero e la concezione musicale attuale. Il nuovo album ‘Flowers Of Evil’, sempre sostenuto dall’etichetta House Of Mythology, sembra voler continuare questo percorso. Ascoltando i primi due brani “One Last Dance” e “Russian Doll”, in effetti, il buon cammino intrapreso con l’album precedente sembra essere ripreso con buoni risultati, risultando dei brani comunque propositivi e portatori di un certo interesse. Due brani che sarebbero potuti stare più che bene in ‘The Assassination…’. Con il passare dell’album, questo interesse sembra lentamente scemare, proponendo dei brani che, seppur scritti e composti con buona fattura come tutto l’album per intero date le indiscutibili qualità dei musicisti, non riescono a catturare l’interesse dell’ascoltatore ed a fare in modo che questi brani meritino ulteriori ascolti. Una ritmica di base pressoché uguale per tutti i brani, su cui Rygg e i suoi soci compongono diverse strutture melodiche piene di synth e bassi che, però, sembrano alla lunga lasciare il tempo che trovano, con il risultato di un album che, inizialmente, sembra potesse avere delle ambizioni interessanti, ma che invece cozza con la carenza di idee efficaci e sufficienti a continuare nel migliore dei modi il solco tracciato con ‘The Assassination…’. Si possono sentire, nei diversi brani senza citarne qualcuno in particolare, degli sprazzi e dei momenti in cui sembrano ergere e sollevarsi sopra la media, ma che purtroppo tali rimangono e non continuano l’ascesa. Proprio per la qualità dei musicisti coinvolti, ‘Flowers Of Evil’ si può salvare soprattutto dal vivo, perché sappiamo bene che loro sanno rendere i loro brani al meglio, e siamo ben consci che i brani di ‘Flowers Of Evil’ li balleremo comunque con trasporto e passione. Ciò non toglie che questo album sia un capitolo che rappresenta un momento di stasi nelle idee degli Ulver, nella speranza che il processo di ispirazione non prenda una direzione verso la flessione. Un altro album costruito in questa maniera potrebbe risultare preoccupante, anche nelle orecchie dei sostenitori  più fedeli dei lupi norvegesi. A corredo di ‘Flowers Of Evil’, gli Ulver hanno pubblicato il libro-album fotografico dal titolo ‘Wolves Evolve: The Ulver Story’, un lavoro fortemente pensato nel corso degli anni e che ora vede la luce, per poter conoscere la band attraverso i suoi 25 anni di carriera, con fotografie e racconti che descrivono la band dagli inizi black metal fino ad oggi. A pensarci bene, se dovessimo confrontare album e libro, alla lunga credo risulti più interessante quest’ultimo.

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