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TRISTANIA: ASHES

data

03/02/2005
70


Genere: Gothic
Etichetta: SPV
Anno: 2005

Dopo il controverso "Words Of Glass" (il disco del dopo-Veland) ci sono voluti quasi quattro lunghi anni per trovare i Tristania di nuovo nei negozi. Nel frattempo la band si è rifatta il trucco e così, al fianco della fondamentale Vibeke Steene (sempre più ammaliante e dolce), entrano a far parte della band ben due voci maschili, la prima in growl (Kjetil Ingebrethsen) per graffiare nelle parti più estreme e la seconda pulita (Osten Bergoy) per assecondare le parti più mistiche ed accompagnare la soave presenza femminile. Questa scelta, purtroppo, non risolve i problemi sorti dopo la dipartita del gigante Morten, che si sta realizzando nella sua nuova creatura (Sirenia); se il primo singer non è proprio incisivo come dovrebbe, il secondo è assolutamente inespressivo e davvero poco coinvolgente. Premesso ciò, questo "Ashes" non è assolutamente un disco da buttare, anche se credo che ben pochi dei vecchi sostenitori della band possano rimanere soddisfatti. Il sound si è ulteriormente evoluto ed i più importanti elementi che avevano reso famosa la musica dei Tristania sono quasi spariti. I cori ad esempio, sono totalmente scomparsi e le grandi orchestrazioni, che avevano tanto entusiasmato nei primi due (stupendi) album, fanno da sottofondo alle composizioni lasciando molto più spazio a melodie sognanti e leggere favorite dalla presenza di chitarre acustiche a supportare le canzoni che, rispetto al passato, risultano decisamente più tranquille abbandonando per buona parte le influenze death. Persa dunque l'aggressività e la carica di un tempo, elementi riscontrabili solo in pochi episodi del platter come "Libre" e "Circus", la band norvegese ha scelto dunque di indirizzare la propria produzione verso momenti più mistici e desolati come quelli evocati da pezzi come "Equilibrium" (a mio avviso il più riuscito dell'album) e "Cure". Che dire, forse nuovi lavori come "Widow's Weeds" e "Beyond The Veil" non vedranno mai la luce, ma non è detto che, nonostante le carenze che ho evidenziato per quanto riguarda le voci maschili, i Tristania non siano più in grado di emozionare, in fondo la classe di cui sono dotati non è certo in discussione.

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