TOXIK: Dis Morta
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29/10/2022I Toxik, raro esempio di thrash metal band della costa orientale degli Stati Uniti assurti ad una certa notorietà, pubblicarono due album nella seconda metà degli anni ottanta, l'acclamato 'World Circus' e il più progressivo, sostanzialmente ben accolto pur con qualche distinguo 'Think This'. Dopo più di trent'anni di sostanziale inattività discografica e un album uscito solo in digitale, questo è il loro terzo album materialmente pubblicato. Il solo Josh Christian alla chitarra sopravvive nella band dagli anni ottanta. I nostri si fanno ritrovare su coordinate affini al loro secondo album, con un techno-thrash spesso di velocità ubriacante, una prestazione vocale sistematicamente sopra le righe che parrebbe halfordiana nei momenti meno tirati ma che in questi ultimi da spesso la sensazione di un urlato continuo e parti chitarristiche soliste in abbondanza, distorte e lancinanti. Qualche brano, si veda in particolare "Hyper Reality", fa un uso troppo disinvolto di suoni e passaggi astrusi, suscitando una certa dose di frustrazione. Non si può tacere della perizia dei Toxik, che ci sorprendono in continuazione con colpi di scena: da caratteristico thrash ad aperture melodiche power a tempi dispari prog; che usano la propria perizia tecnica per spingersi spesso e volentieri al limite di ciò che suona eseguito da essere umano; che non risparmiano neanche sulle soluzioni estemporanee. Tuttavia, quando il tentativo di sorprendere è continuo, viene meno anche la sorpresa stessa. Stare sempre al limite (vale sia per gli strumentisti che per il cantante) fa perdere valore al raggiungimento del limite stesso. Un lavoro non bocciabile per la sua indubbia intrinseca qualità, ma il gusto e la misura con cui questa qualità viene distribuita ed utilizzata, sono decisamente discutibili, non permettendo di sfuggire ad un senso di irritazione che si alterna, direi quasi alla pari, con l'apprezzamento.
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