TOXIC VIRGIN: SULPHUR
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14/11/2005Full lenght numero quattro per i tedeschi Toxic Virgin, band che lotta nel grande mondo dell'autoprodotto per portare avanti il suo Hard Rock capace di unire influenze degne dei più sperimentali ed ottantiani Magnum a spunti di Melodic Power di alta scuola. Il disco si presenta con un artwork quanto meno ingannevole: colori acidi da psichedelia, monicker da "microsoft word be my guide". Tutto ci si aspetterebbe tranne che una musica diretta e d'effetto immediato. Ed invece è proprio questo che si trova all'ascolto: un album pieno di carattere, un carattere messo in bella mostra da una personalità di cui la musica trabocca, uno stile ben definito che grida "siamo qui e ci sappiamo fare". Chitarre compatte e con pochi fronzoli, ritmiche nette, vocal lines intuitive ed attraenti: i requisiti per un buon disco ci sono tutti, ed i brani non mancano di confermare le aspettative uno dopo l'altro. Al decimo anno di attività, i Toxic Virgin hanno all'attivo un mini e tre full lenght, tutti rigorosamente autoprodotti, qualche apparizione su compilation varie, opening act per gente del calibro di Bonfire e Doro Pesch, e due finali ai German Rock Musicians Awards: un curriculum sicuramente invidiabile. "Sulphur" sta lì, sulla linea di confine, sull'interstezione tra Hard Rock, Melodic Power e New Wave, un disco interessante, a suo modo frizzante, un ascolto particolarmente stimolante per chi, da un disco, cerchi un'interpretazione personale di un movimento musicale che troppo spesso si teme abbia ormai detto tutto. E' uno di quei dischi che ti fanno ricredere, e che ti riportano alla mente vecchi slogan alla "long live Rock & Roll": nulla di assolutamente innovativo, ma un ottimo esempio attuale di una musica che di attuale rischia sempre di aver poco.
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