TOOL: 10,000 DAYS
data
18/05/2006Cos’è che si può dire su un nuovo disco dei Tool? Ci si può lanciare in filippiche papiresche eterne (la rete ne pullula; se vi piacciono cose del genere, cambiate pure sito); si può narrare con trasporto le emozioni che un ascolto di tale portata ha suscitato in noi. Oppure si può semplicemente cercare di descrivere la nuova magnificente opera della band americana. “10,000 Days” è il quarto disco per la band di Maynard James Keenan (che ha nel frattempo scaldato i muscoli negli ottimi A Perfect Circle); le aspettative dopo l’ormai assunto a stato di capolavoro “Lateralus” del 2001 erano chiaramente altissime, e fughiamo subito qualsivoglia dubito dicendo che il quartetto arriva all’atteso appuntamento in piena forma. E’ bene dire subito che “10,000 Days” è forse il lavoro più ‘accessibile’ mai partorito dai Tool; certo bisogna andarci piano con certi termini, ma basta ascoltare i due ottimi pezzi posti in apertura, “Vicarious” e “Jambi” (senza dubbio i più heavy del lotto) per rendersene conto. I Tool sono sempre quella band che è riuscita a rileggere perfettamente la lezione del prog europeo riletto sotto la luce al neon del rock/metal moderno americano, ma come al solito i brani vanno ascoltati, riascoltati, centellinati nota per nota per essere assimilati e vissuti dal di dentro. Ricco di parti strumentali, addirittura molti pezzi come “Lipan Conjuring”, “Lost Keys” o “Viginti Tres” si rivelano nient’altro che brevi intermezzi, “10,000 Days” è un coinvolgente viaggio che va affrontato con le dovute cautele per usufruirne come di deve. I rischi di annoiarsi stavolta sono leggermente inferiori, le soddisfazioni fortuntamente rimangono invariate. Prima di chiudere, una doverosa menzione al fantastico packaging di cui è dotato l’album, tra i più belli che abbia mai visto negli ultimi anni e che vale almeno la metà dell’esborso. Non averlo originale sarebbe quindi doppiamente un delitto.
Commenti