SAMAEL: Lux Mundi
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14/06/2011Confesso di aver abbandonato i Samael nel 1999, cioè poco dopo l'uscita di 'Eternal', troppo morbido e space-oriented per i miei denti abituati al doom di 'Blood Ritual' ed alle spigolosità black di 'Ceremony Of Opposites'. Già 'Passage', di primo acchito, mi aveva spiazzato, ma ripetuti ascolti mi fecero apprezzare la bontà dei nuovi arrangiamenti e ne determinarono la definizione di spartiacque per il passaggio repentino dal black all'electro industrial metal. Dopo tutti questi anni la band prosegue il cammino intrapreso dopo l'uscita di 'Passage'; sembra che il tempo non sia passato, il sound e le soluzioni da allora sono rimaste le stesse pur sfoggiando uno stile moderno e sempre in progressione con gli album successivi. Da par suo 'Lux Mundi' presenta una voce più greve del solito, ritmiche abrasive, sound oscuro, freddo, dinamico, compatto, sinfonico, pesante e calibrato al millesimo di secondo, riff al limite del breakdown, groove, melodia in quantità industriale (come il sound d'altronde), parti epic da infarto; aggiungo solo che la pre-produzione è stata curata da Waldemar Sorychta, ed il risultato è semplicemente sontuoso. "Antigod" con le sue parti sincopate, "For A 1000 Years e la tribale In The Deep sono le tracce che si evidenziano dalle altre, anche se dicendo ciò non si rende giustizia al lavoro nella sua interezza. Poi "Mother Night" gioca un tiro mancino in quanto parte lenta e tranquilla facendo credere che concederà un po' di tregua, ma anche questa non avrà pietà scartavetrandovi l'anima. Chiude "The Truth", la song più black metal del lotto, omaggia i Goblin nell'uso delle tastiere e richiama i Cradle Of Filth per i blastbeats.
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