THURSTON MOORE: Screen Time
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21/03/2022Settimo disco per uno dei guru del noise Thurston Moore, registrato durante l’estate del 2020, in piena pandemia mondiale e tra un lockdown e l’altro. Moore ha composto dischi fondamentali con i Sonic Youth, che non hanno certo bisogno di essere ricordati, ma in questo caso la pandemia ha spinto il grande autore americano verso le elucubrazioni mentali, come del resto è capitato a molti negli ultimi due anni densi di restrizioni varie della libertà di movimento: o ci si è buttatti sul cibo, o il pensiero si è liberamente aperto alla creatività. In quest’ultimo caso la creatività dell’artista ha partorito dieci brani strumentali acustici. Dieci brani con titoli tutti preceduti dall’articolo THE, quasi a voler sottolineare un qualche comune denominatore: il puro esercizio di stile. Moore non è nuovo a questo tipo di composizioni (si pensi ai volumi ‘SYR’ composti a nome Sonic Youth), ed il suo stile è ancora ben riconoscibile: un concentrato di suoni dissonanti e cacofonici, figli anche delle sue fonti colte di ispirazione, come la dodecafonia e il minimalismo. Tutt’ora ascolto i Sonic Youth, come una delle migliori band in assoluto negli ultimi 50 anni, inventori di un genere e inimitabili. Ma un disco strumentale, per giunta acustico, diventa pesante da digerire, anche per chi ama il rumore e le cantilene. Per questo motivo il disco può andar bene per collezionisti incalliti, per amanti della sperimentazione fine a sé stessa, o per una colonna sonora di qualche film visionario.
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