THE HAUNTED: THE DEAD EYE
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06/11/2006La storia dei The Haunted è abbastanza curiosa se la si guarda ora col senno di poi; nascono come sortà di ‘eredità’ degli At The Gates, partoriscono uno dei dischi pioneri del thrashcore che gira tanto adesso, poi fanno altri due dischi di banalissimo thrash (che però si rivelano entusiasmanti) e alla fine te li ritrovi nel 2004 di nuovo con il vecchio singer Dolving a fare un po’ quello che gli pare. Il post thrash del post 2000? Forse, anzi molto probabilmente visto che il nuovo “The Dead Eye” è un oggettino ancora più strano, interessante ed affascinante di “rEVOLVEr”. “The Dead Eye” è un disco complesso e corposo, lontanissimo dal thrash ‘primo assalto’ dei tempi andati; certo c’è ancora la velocità, ci sono ancora le scorribande in 2/4 (“The Medication”, “The Shifter”, “The Stain”) ma per il resto ci troviamo davanti ad un platter atmosferico, oscuro, ricco di parti vocali pulite (un Dolvng a dir poco da applausi) e passaggi plumbei da capogiro. Ci vuole un po’ per assimilare come si deve “The Dead Eye”, e lasciarsi sviare dai primi ascolti, addirittura a rischio di noia, sarebbe un grave errore. Un album che va ascoltato con attenzione e vissuto sulla propria pelle, che sa regalare delle soprese considerevoli, una su tutte il realizzare che i The Haunted sono stati i più intelligenti e hanno trovato il modo per rimettersi in gioco senza risultare ridicoli e soprattutto senza fallire. Una carriera davvero flawless, nella quale “The Dead Eye” è il perfetto punto di ripartenza.
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