TESTAMENT: THE GATHERING
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30/03/2006Se c’è un disco che ha spianato la strada al ritorno del thrash metal verso la fine degli anni novanta, questo è sicuramente “The Gathering”. Sì perché il presente lavoro, pur con tutte le componenti moderne del caso (come la produzione di un certo Andy Sneap), riesce ad essere irresistibile come lo furono i primi album dei Testament una decina d’anni prima. É sufficiente leggere i nomi dei cinque musicisti che vanno a comporre l’ennesima line up per rimanere a bocca aperta e basta far partire il lettore CD per venire travolti da un’ondata di incontenibile thrash metal come non se ne sentiva da tempo. Tutto funziona alla perfezione, a cominciare ovviamente da quelli che non sono semplici rincalzi, ma veri e propri artisti nei rispettivi strumenti: Dave Lombardo in particolare è determinante nel riversare in “The Gathering” tutta la sua classe irrobustendo ogni singolo brano col suo drumming sempre preciso, tecnico ed estremamente vario. Un applauso inoltre a Chuck Billy che qui riesce a trovare la corretta alchimia che gli permette di gestire al meglio growling e clean vocals, per un risultato davvero impeccabile. “D.N.R.” è la classica opener che ti spinge ad alzare il volume oltre quanto consentito dalle norme del buon vicinato, è un tornado che si scatena man mano, impossibile da contenere e spietato nel suo incedere. Di seguito “Down For Life”, un altro pesantissimo colpo inferto con rabbia e determinazione, che potrebbe benissimo essere preso come brano simbolo di questi nuovi Testament, che si sono allontanati dalle sonorità quasi death del precedente “Demonic” per riproporsi con il thrash metal più puro e devastante. Ma la realtà vuole che in questa ottava fatica della band californiana non ci sia un pezzo fuori posto, perché anche quando l’assalto dei Testament si fa meno marcato (“True Believer”, “Allegiance”) l’impatto è sempre impressionante. Splendide poi “3 Days In Darkness” coi suoi cori infernali, e la conclusiva sconquassante “Fall Of Sipledome”; senza dimenticare “Legions Of The Dead”, con le legioni mai così feroci. Un disco inattaccabile, in cui ogni singolo brano merita il voto alto che vedete più in basso, un monumento al thrash metal.
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